Cenni storici: |
Il territorio bellonese
risulta essere frequentato fin dal IV-III sec. a.c., in quanto una delle
colline a nord dell’abitato, il Monte Grande (la colla), è cinto da una
fortificazione in opera poligonale risalente a tale epoca, che presenta un
perimetro di circa m 400 ed i cui resti sono ancora ben visibili sul luogo.
Con la progressiva romanizzazione dell’agro capuano le testimonianze del
passato relative al nostro territorio subiscono un incremento; questo è
attraversato da un ramo secondario dell'antica via Appia, che conduceva a
Capua da Calvi Risorta (Cales) costeggiando i monti di Callicola fino al
fiume Volturno e attraverso un ponte, conduceva al Monte Tifata.
Lungo il suddetto ramo secondario, tra alcune colline, nel territorio
bellonese, si trova una gola, denominata "Merculone"; attraverso tale gola
passò l'esercito cartaginese al comando di Annibale che, dopo la battaglia
di Canne, si era fermato a Capua. In quella gola l'esercito romano comandato
da Fabio Massimo attese Annibale che protesse la ritirata facendo spingere,
di notte, circa 2000 buoi con sarmenti accesi fra le corna, nelle file
dell'esercito romano per provocarne lo scompiglio.
Alle falde della collina "S. Croce" a Nord-Est di Bellona, si trovano i
resti di una costruzione, a cui la fantasia popolare ha attribuito il nome
di "Camarelle delle Fate".
Nel territorio c’erano due templi dedicati uno a Mercurio localizzato nella
località Merculone, l’altro, che gli antichi capuani eressero nella località
"Casale", i cui resti sono completamente scomparsi da circa due secoli, alla
dea della guerra “Bellona” da cui la città trae il nome.
L’abitato Ebbe la sua origine in seguito all'Editto di Costantino, quando
gli idolatri, ottenuta la libertà di religione, si raccolsero fuori le mura
della città per continuare il loro culto e costruirono nelle vicinanze dei
templi i loro villaggi, detti "pagi", per cui furono detti pagani.
Nella località Triflisco, (frazione del Comune di Bellona), vi sono delle
fonti citate da Plino nella sua "Naturalis Historiae", che fanno trasparire
l’abbondanza di acque sorgive in questi luoghi; con l'avvento di Fulvio
Flacco queste divennero "Terme" per i Romani, i quali per poter usufruire
degli effetti benefici di dette acque che erano considerate antiartritiche
ed antireumatiche, costruirono sulla collina diverse ville.
Su una collina denominata oggi "Palombara" nella località Triflisco nei
pressi dell'attuale Ponte Annibale sul Volturno, nell'anno 817 il Conte
Landulfo fece costruire un abitato fortificato che prese il nome di Sicopoli,
dal nome del Principe Sicone di Benevento al quale era soggetto.
In questa città si rifugiarono i capuani nell'anno 841, perchè perseguitati
dai saraceni di Khalfùn.
Nell'anno 856 la piccola città fu distrutta da un incendio e fu abbandonata
dagli abitanti che fondarono la nuova Capua nell'antica Casilinum;
nell'antica Sicopoli abitò per due anni, anche il Vescovo di Capua Paolino,
poi canonizzato.
Il potere curativo riconosciuto alle acque presenti nella località Triflisco,
fece si che queste raggiungessero il loro massimo utilizzo nel 1500-1600
tanto che il Cardinale San Bellarmino, nel periodo in cui soggiornò a Capua,
frequentò assiduamente le Terme di Triflisco; quando poi si trasferì a Roma,
per curare la Basilica Vaticana, pregava i pellegrini che da Capua si
recavano a Roma di portargli "un poco d'acqua" che amava definire "tres
frigidae". |
Illustrazione del sito: |
Alle falde della collina
"S. Croce" a Nord-Est di Bellona, si trovano i resti di una costruzione, a
cui la fantasia popolare ha attribuito il nome di "Camarelle delle Fate".
E' stato accertato che trattasi dei resti di una grandiosa villa di
campagna, realizzata su tre livelli su una superficie molto ampia, risalente
al II sec. a.C.
I ruderi oggi esistenti, in ottimo stato di conservazione sono costituiti da
una serie di cisterne di acqua, alle pendici del monte comunicanti tra loro
con piccole aperture che consentivano la raccolta e decantazione delle acque
piovane utilizzate sia per uso potabile che agricolo. |