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Comune: CAIVANO (Na)
Sito archeologico: Villa romana
Ubicazione: in località Sant'Arcangelo
Ente di riferimento: Soprintendenza Archeologica di Napoli e Caserta
Modalità di visita: In proprietà privata
Cenni storici:

In epoca pre-romana il centro che sarà poi chiamato Caivano già esisteva quale nucleo abitato, come è documentato dal ritrovamento - nella prima metà del XX secolo - di dolii (grossi vasi per alimenti) in quattro cortili adiacenti nell'isolato fra via Capogrosso e via don Minzoni, nella parte ritenuta tradizionalmente la più antica di Caivano. Una tomba del I secolo dopo Cristo fu rinvenuta nel 1923 presso la Chiesa di S. Barbara. Essa, custodita al Museo Nazionale, è adorna con pitture murali raffiguranti fra l'altro le case di un villaggio, forse l'antico villaggio osco ormai romanizzato.
Il territorio fu oggetto di centuriazione sia all'epoca dei Gracchi (Ager Campanus I, circa 133 a.C.) che in età augustea. La centuriazione più antica sembra aver influenzato la collocazione delle chiese e della torre del castello mentre per l'altra non vi sono tracce evidenti.
Il nome del luogo induce a supporre che fosse già abitato, come proprietà patrizia con coloni, praedium calavianum, già in epoca romana. Con l'invasione longobarda la zona appartenne al principato di Benevento e Caivano fu forse sottoposto a S. Arcangelo, all'epoca villaggio fortificato longobardo a sua volta dipendente dal gastaldato di Suessula. Con la fondazione di Aversa da parte dei Normanni, il nostro centro, la cui esistenza è attestata da documenti scritti a partire dal X secolo, divenne uno dei suoi casali. Agli inizi del '300 fu fortificato e divenne feudo indipendente, unico tra i centri del territorio aversano a non essere un casale di Aversa.

Illustrazione del sito: Nel gennaio del 1995, dietro ai ruderi del Castello di Sant'Arcangelo, furono rinvenuti i resti di una villa romana che dai reperti risulta essere stata abitata fino al V-VI secolo d.C. Nella parte scavata dalla Soprintendenza di Napoli furono rinvenuti dei locali termali privati con impianto di riscaldamento e un mosaico a pietre bianche e nere raffigurante un delfino, un bue ed un cavallo mitologico. Ciò dimostra che il luogo doveva essere un pagus romano costituito almeno da una villa patrizia e dalle case circostanti dei servi. Negli ultimi anni, a seguito dei lavori per la linea ferroviaria ad alta velocità, di cui il tracciato sfiora l’antico sito, in due punti nelle sue immediate vicinanze sono stati trovati resti di un deposito oleario di epoca romana e varie tombe della stessa epoca. Ciò conferma che la zona era coltivata e abitata in epoca romana.
Situazione attuale: In condizioni di degrado

IMMAGINI DEL SITO

 

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