Cenni storici: |
Le origini del comune di
Castel San Giorgio, sito a nord - est di Nocera Inferiore nella valle
solcata dal fiume Sarno, ai piedi del conico Monte Castello, risalgono molto
probabilmente al periodo longobardo. Tuttavia, da documenti rinvenuti, di
natura archeologica, si è stabilito che la vallata fosse abitata in epoche
precedenti risalenti almeno al IV secolo a.C. Essa subì, nell’ordine, la
dominazione osca, sannita, latina e lucana. Gli Osci divisi in due
popolazioni, i Sarrasta ed i Pitheusa, crearono i primi agglomerati di case
nelle zone più favorevoli ai commerci, quali Monte di San Michele, Monte di
Paterno, Vallesana ed Aiello. Successivamente le due popolazioni si fusero
ed unendo le forze fondarono altri centri come Nuceria Alfaterna, che man
mano accolse gli abitanti di Roccapiemonte, San Giorgio, Siano, San Severino
e Bracigliano. D’ora in poi la storia e le vicende di San Giorgio saranno
strettamente legate a quelle di Nocera. Del periodo sannita ci restano solo
alcune mura e sepolcri rinvenuti in frazione Trivio. Nel 274 a.C. si
verificò un fenomeno di romanizzazione dell’intera vallata, che non solo
generò un notevole sviluppo dei commerci, ma intensificò i rapporti sociali
tra i vari paesi, grazie alla creazione di opere pubbliche come la nodale
Via Annia o Popilia, importante arteria che congiungeva Capua a Reggio,
attraversando Montagna Spaccata (o Passo dell’Orco), per Lanzara, Castel San
Giorgio e Nuceria alfaterna. Si deve ai Romani anche la costruzione
dell’acquedotto di Augusto del Serno, che rasentava le falde del Castello di
San Giorgio, proseguiva per Paterno per poi liberarsi nella pianura del Sele.
In prossimità dell’Acquedotto, nel tratto che dal centro si dirige verso
Codola, sono visibili i resti di alcune abitazioni risalenti al periodo
pompeiano. A difesa dei territori conquistati i Romani costruivano alcuni
fortilizi, tra cui rientra il Castrum di San Giorgio, che dominava e
soprattutto controllava la strada che dai rilievi di Cava conduceva a
Salerno. Annibale, durante il suo viaggio da Capua, passò per Nola, giunse
nella Valle del Sarno, attraversò la Montagna Spaccata e Castel San Giorgio,
per sostare a Campomanfoli (da Manpholis, nome ufficiale di Annibale il
cartaginese, qui accampatosi con gli altri commilitoni). Tra il 568 ed il
774 a seguito della caduta dell’Impero Romano, i Longobardi si
impossessarono della Vallata. Questi eressero una nuova fortificazione sui
resti dell’accampamento romano ed in onore di San Giorgio, loro santo
patrono, non solo costruirono una piccola chiesa a pianta rettangolare, ma
cambiarono anche il nome del loro nuovo possedimento. Si deve a questa
popolazione la costruzione dell’imponente Castello, sito in una posizione
morfologica ed intorno al quale si forma e si sviluppa sempre più un
originario nucleo abitativo. Sotto gli Angioini il maniero sarà ampliato e
restaurato. Castel San Giorgio e le sue frazioni di Aiello e Santa Maria, in
epoca medioevale, rientravano nell’area percorsa dal fiume Solofrana della “
Valle dei Mulini”, così nominata perché le acque consentivano il
funzionamento di molto mulini. Quando nell’ 849 il sovrano Ludovico II volle
la ripartizione del Ducato di Benevento in due Principati, così San Giorgio
entrò a far parte del Principato Citeriore (o Citra) di Salerno ed a partire
dall’anno successivo (850) fu sottoposto alla giurisdizione della potente
Nocera, il cui territorio andava dalle montagne del Pecoraro alle Camerelle.
La contrada Cortedomini (dal latino curtis _fattoria e dominus _proprietario,
signore) fino al 1100 circa è stata la sede dei conti nocerini e degli
ufficiali di corte e lo stesso toponimo ci fa intuire la sua funzione.
Castel San Giorgio fino al X secolo non costituiva un’unica entità comunale
e solo verso la metà del 960, il paese viene alla luce come aggregazione
municipale. |