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SCHEDA INFORMATIVA A CURA DI ARCHEMAIL

Comune: CIMITILE (Na)
Sito archeologico: Basiliche paleocristiane
Ubicazione: nei pressi del Corso Umberto I
Ente di riferimento: Soprintendenza Archeologica di Napoli e Caserta, Ufficio scavi Nola (Via Trivice d'Ossa a Cimitile - tel.0818236454)
Modalità di visita: Visitabili dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 15.30 alle 19.30; domenica e festivi dalle 9.00 alle 13.30. Ingresso 4 euro, per studenti e over 65, 2 euro.
Cenni storici:

Fra tutti i monumenti del primo Cristianesimo, il complesso basilicale di Cimitile è celebre già dall'antichità cristiana e medievale per le sue basiliche, erette nel IV secolo e rifatte nel V, e per il complesso di costruzioni che servivano come ricovero de i pellegrini e di coloro che si votavano alla vita cenobitica. Questo complesso, di almeno tredici edifici fra chiese e resti di basiliche, tombe, edicole e necropoli, decorati in più parti con mosaici ed affreschi, ancora oggi, dopo le difficili operazioni di scavo ed i notevoli lavori di restauro effettuati, è senza dubbio uno dei più affascinanti esempi dell'arte paleocristiana europea in quanto testimonia filmicamente il passaggio dal tardo impero al medioevo, dal paganesimo al cristianesimo.
La storia dell'intero organismo, senz'altro fra i più importanti complessi architettonici della cristianità, comincia nel III - II secolo a.C. quando i Romani realizzarono una grande necropoli pagana al di fuori della mura di Nola. Con la diffusione del Cristianesimo, la nuova religione scatenò nell'establishment politico romano alcune violente persecuzioni che costrinsero coloro che prima manifestavano il loro culto piuttosto liberamente, a riunirsi clandestinamente, prima presso abitazioni private, poi in ambienti sotterranei, le Catacombe, dove già avveniva la sepoltura pagana dei defunti. La necropoli pagana di Cimitile divenne allora luogo di incontro e di culto dei Cristiani di Nola e dell'Agro Nolano. Il sepolcreto cristiano, il cui nucleo principale sorse intorno al II - III sec. d.C., cominciò così ad accogliere le spoglie mortali di martiri della fede e fra loro, alla fine del III secolo, in un giardino fra i mausolei della necropoli, fu sepolto Felice, un presbitero di origine siriaca.
Con l'editto di Costantino del 313 d.C., i Cristiani uscirono dalla clandestinità e, dagli ambienti sotterranei e cupi delle Catacombe, passarono alla luce del sole definendo un nuovo organismo architettonico, la basilica, che sarebbe diventato per diciassette secoli l'edificio simbolo della cristianità, come il tempio greco lo era stato per il mondo classico pagano. Le mutate condizioni politiche, il nuovo clima di tolleranza religiosa generarono a Cimitile un caotico e disorganico pullulare di cappelle e di edifici sacri che costituirono un'autentica cittadella sacra sulla cui genesi e sulla cui struttura esistono ancor oggi tanti interrogativi irrisolti.
Sulla tomba del presbitero Felice, le cui virtù taumaturgiche attiravano un afflusso sempre crescente di pellegrini, ben presto i fedeli eressero una Cappella che, nel breve volgere di pochi anni, crebbe fino a diventare una Basilica intorno alla quale si coagulò tutto l'eccezionale complesso architettonico di Cimitile. Il complesso di Cimitile raggiunse il suo periodo di massimo splendore verso la fine del IV secolo ad opera di Ponzio Anicio Paolino, l'innografo e poeta cristiano meglio noto come San Paolino da Nola.
Nel 394 Paolino, dopo aver venduto tutte le sue terre per aiutare i poveri, si stabilì con sua moglie Terasia presso la tomba di San Felice in una vita di meditazione e di preghiera. Ben presto a lui si unirono dei compagni per condurre vita cenobitica e fu così che in Italia, un secolo prima di San Benedetto nacque un monastero nel quale Paolino visse 15 anni. Grazie a Paolino l'area della tomba di San Felice fu ampliata ed abbellita di nuove costruzioni sacre. All'uscita della basilica di San Felice, sul lato settentrionale, vi sono ancora i resti della Basilica di San Giovanni voluta da Paolino nel 400 per accogliere il grande numero di fedeli i cui pellegrinaggi, compiuti da ogni parte dell'Impero, aumentavano giorno per giorno.
L'intenzione di Paolino era quella di ampliare la vecchia basilica di San Felice non di crearne una nuova. Ma l'ampliamento non poteva avvenire né verso oriente perché già esisteva l' abside di Damaso I, né verso occidente per non danneggiare i resti della necropoli, tantomeno verso mezzogiorno perché già c'era la Basilica dei SS. Martiri. L'unica strada percorribile era quella di costruire a settentrione la nuova basilica, ossia ad oriente della tomba di San Felice, simbolicamente per Paolino luce che illumina l'oscurità della terra. La nuova basilica con la facciata a circa 6 metri dal fianco nord della vecchia, comunicava con essa tramite un triforium aperto sul fianco dell'antico edificio in modo tale che le due chiese fossero intercomunicanti attraverso un ampio atrio luminoso e che costituissero il cuore della cittadella sacra. La nuova basilica, incardinata sulla vecchia, per la sua particolare bellezza insieme alle altre costruzioni del complesso, costituì sicuramente uno dei fattori principali che portò nella cittadella sacra di Cimitile quel grande fenomeno di pellegrinaggio da ogni parte dell'impero.
Paolino mostrò capacità di esperto architetto suggerendo soluzioni e realizzando costruzioni grandiose ed architettonicamente molto complesse: per realizzare i suoi progetti si servì di diverse maestranze che fece arrivare dai paesi orientali e dall'Africa ed in un decennio di intensa attività (dal 398 al 408) modificò, elevò, abbellì e diede fama alla cittadella santa. Le due basiliche furono riccamente decorate in affresco ed in mosaico con cicli di scene del Vecchio Testamento e del Nuovo Testamento che dovevano costituire un supporto didattico necessario per l'educazione dei pellegrini.
All'interno del complesso Paolino fece costruire fontane e cantarii per dare sollievo ai pellegrini stanchi del lungo viaggio e nelle immediate vicinanze delle basiliche fece erigere edifici capaci di offrire loro punti di ristoro e di riposo.
Fu proprio in tale contesto che nacque il Monasterium di Paolino e Terasia, luogo di contemplazione e di preghiera, ma anche luogo di bellezza che sapesse cantare attraverso le sue bellissime pitture la veritas formosa che Dio aveva impresso nella sua creazione. Di questa basilica che, in base alle coeve descrizioni doveva essere un'autentica meraviglia, purtroppo non rimangono che pochi brani come alcune colonne della navata centrale, basi di altre e tracce di muratura delle navate laterali: dopo circa 150 anni dalla morte di Paolino, un violento terremoto causato dall'eruzione del Vesuvio determinò un rovinoso crollo di una parte della basilica di San Felice ed il crollo della nuova basilica.
Nonostante questo tuttavia il patrimonio artistico-culturale della cittadella sacra, per lo sforzo compiuto dai successori di Paolino di curare con altrettanto vigore il complesso basilicale, era destinato ad arricchirsi ulteriormente: sorsero, infatti, nuove costruzioni. Nel VI secolo, nei pressi della Basilica di San Giovanni, fu realizzata la nuova Basilica dei SS. Stefano e Lorenzo con il triplice ingresso rivolto ad oriente. Nello stesso periodo l'arco centrale del triforium della basilica crollata fu chiuso da una piccola cappella Sancta Sanctorum, ripetendo così lo stesso motivo del quadriportico attorno alla tomba di S. Felice e fu realizzata la Basilica di Santo Stefano. Fra il VI ed il VII secolo fu realizzata la Basilica di San Tommaso non lontano dalla quale si nota una piccola e originale fonderia, costruita in tufi greci ed in tufelli squadrati locali, utilizzata per la realizzazione di campane e quasi a ridosso della fornace vi sono ancora interrati grossi dolia che contenevano cibi e bevande per ristorare i pellegrini che si recavano nel luogo sacro. Fra il XII ed il XIII secolo fu edificata la chiesa di San Giovanni recuperata la parte absidale della basilica edificata da Paolino.
Nel corso del Medioevo intorno al complesso che ha subito nel corso dei secoli varie trasformazioni, restauri, rimaneggiamenti, si sviluppò il centro abitato di Cimitile. Tuttavia i tempi erano profondamente mutati come mutata era la spiritualità dell'uomo sempre più lontano dall'ascetismo del primo Cristianesimo così il luogo si fece sempre più solitario e seguì un lungo periodo di abbandono e solo alla fine del XIX secolo, sull'onda della mentalità positivista in quegli anni diffusa nacque l'idea del recupero: furono effettuati importanti restauri nel corso dei quali però furono demoliti molti elementi architettonici e decorazioni che si erano nel corso dei secoli sovrapposti. Nel 1988 è iniziato un vasto programma di restauro e di valorizzazione del complesso archeologico.

Illustrazione del sito: L'accesso a questa cittadella sacra, nel cui recinto murario sorgevano le varie basiliche, avveniva attraverso l'Arco Santo, costruito in tufo, nell' interno del cui fornice c'erano iscrizioni latine ed affreschi che, con il tempo, si sono sbiaditi fino a scomparire del tutto e che raffiguravano Santi legati alla comunità ecclesiale di Nola.
Il nucleo centrale del complesso è il luogo della sepoltura di San Felice dove Damaso I, alla fine IV secolo, fece erigere la Basilica di San Felice della quale restano notevoli avanzi quali il colonnato quadrilatero ornato di mosaici dove si vede il sepolcro del santo e quale il più antico esempio di protiro dell'architettura cristiana. L'atrio di accesso alla basilica è costituito da un pronao archivoltato con colonne di sostegno in materiale granitico e prive di capitello. Alcuni avanzi della parete a nord dell'abside rivelano ancora una ricca decorazione con vivaci affreschi ed alcuni resti di mosaico. Con l'arrivo di Paolino questa basilica fu modificata e dall'aula unica si passò ad una struttura a tre navate scandite da due file di sei colonne per lato. Il cuore della basilica è la zona del quadriportico e della tomba del santo, costruita in mattoni e sormontata da transenne di marmo bianco traforato, rette da quattro pilastri a pianta rettangolare. Nella parte soprastante la tomba un'edicola protegge il luogo sacro. L'arco centrale, adiacente la tomba, è sostenuto da un'elegante trabeazione sorretta da due colonne in marmo africano nero venato di bianco le cui sommità sono sormontate da capitelli corinzi recanti le figure di San Felice e di San Faustillo. A corona della tomba del Santo vi è un quadriportico costruito all'inizio del VI secolo, decorato in mosaico del quale rimangono brani consistenti, su fondo oro ed azzurro, raffigurante pavoni, girali, grappoli d'uva e versi in latino. Le quattro colonne per ogni lato del quadriportico sono sormontate da capitelli di ordine e di stile diverso come diverse sono le basi ed i fusti delle colonne. La grande abside, la cui larghezza è pari alla navata della basilica orientale, fu eretta su ambienti della necropoli pagana da Damaso I in seguito ad un suo pellegrinaggio presso la tomba del santo. Per mettere in comunicazione la nuova abside con la navata della basilica furono aperti nel muro divisorio alcuni passaggi in modo da dare l'impressione di un'iconostasi. Le pareti laterali conservano affreschi raffiguranti da una parte San Giorgio che affonda la lancia nel corpo del drago e dall'altra San Giovanni con i capelli e barba mossi dal vento. A concludere le decorazioni poste sulla parete occidentale nei pressi dell'ingresso, è la figura di San Nicola benedicente. All'ingresso meridionale della basilica, un arcosolio affrescato adorna un sarcofago di marmo di età imperiale: il sarcofago, costituito da un unico blocco di marmo, è quello di Adeodato (393-473) vescovo di Nola sulle pareti esterne raffigura il mito di Diana ed Endimione, l'affresco raffigura Gesù benedicente assiso in trono con affianco San Giovanni e la Vergine. Lungo la parete occidentale dell'ingresso alla basilica c'è un affresco raffigurante una bellissima Madonna col Bambino del XIV secolo. Sulla parete divisoria tra l'abside di Damaso I e la tomba di San Felice, la cosiddetta iconostasi, sono rappresentate sette figure bizantineggianti di pregevole fattura ed in ottimo stato di conservazione risalenti al IX e X secolo. Strettamente legata alla Basilica di San Felice, quasi da sembrare il prolungamento della grande abside di Damaso I, è la torre campanaria, eretta probabilmente nello stesso periodo di costruzione dell'abside. Tutta la struttura della torre, completamente realizzata in piccoli tufi squadrati disposti a filari orizzontali, nonostante i rimaneggiamenti nel corso dei secoli, conserva ancora una linea elegante anche grazie al fatto che la parte centrale è alleggerita da quattro monofore la cui altezza e larghezza mira a rispettare la stessa modularità proporzionata al corpo di fabbrica. Nella parte sottostante la torre campanaria, vi è una larga scala detta Santa dai primi cristiani perché permetteva l'accesso ai luoghi del martirio ed al carcere di Santa Alcalà, tenuta prigioniera insieme alle patrizie nolane Tecla e Susanna.
Affiancata alla Basilica di San Felice, mediante un cunicolo, si trova un piccolo ambiente noto come la Basilica di San Caulonio risalente al IV secolo e composta da tre altari di cui quello centrale posto nella piccola abside in origine completamente affrescata; i piccoli altari laterali con nicchie affrescate sono diversi rispetto all'altare centrale: su uno si scorge un' immagine di San Felice dell' VIII - IX secolo, sull'altro è raffigurato Cristo.
Di fronte alla Basilica di San Felice si trova invece la Basilica dei Santi Martiri della fine del III secolo, una delle prime testimonianze dei sepolcri cristiani nell'area di Cimitile. L'ingresso è caratterizzato da un elegantissimo protiro del IX secolo composto da due sottili pilastri decorati su tutte e quattro le facciate e da un arco a due mensole anch'esse finemente lavorate. L'interno presenta un'interessantissima serie di affreschi che oscillano fra il IX e l'XI secolo il cui tema dominante è la passione di Cristo, dal tradimento di Giuda fino alla Crocifissione e Resurrezione; la zona bassa della basilica è costituita da tombe ad arcosolio in mattoni arrotondati di ottima fattura ed all'interno degli arcosoli dei cicli pittorici raffigurano scene del Vecchio Testamento.
Situazione attuale: Discreta

IMMAGINI DEL SITO

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