Cenni storici: |
Fra tutti i monumenti
del primo Cristianesimo, il complesso basilicale di Cimitile è celebre già
dall'antichità cristiana e medievale per le sue basiliche, erette nel IV
secolo e rifatte nel V, e per il complesso di costruzioni che servivano come
ricovero de i pellegrini e di coloro che si votavano alla vita cenobitica.
Questo complesso, di almeno tredici edifici fra chiese e resti di basiliche,
tombe, edicole e necropoli, decorati in più parti con mosaici ed affreschi,
ancora oggi, dopo le difficili operazioni di scavo ed i notevoli lavori di
restauro effettuati, è senza dubbio uno dei più affascinanti esempi
dell'arte paleocristiana europea in quanto testimonia filmicamente il
passaggio dal tardo impero al medioevo, dal paganesimo al cristianesimo.
La storia dell'intero organismo, senz'altro fra i più importanti complessi
architettonici della cristianità, comincia nel III - II secolo a.C. quando i
Romani realizzarono una grande necropoli pagana al di fuori della mura di
Nola. Con la diffusione del Cristianesimo, la nuova religione scatenò
nell'establishment politico romano alcune violente persecuzioni che
costrinsero coloro che prima manifestavano il loro culto piuttosto
liberamente, a riunirsi clandestinamente, prima presso abitazioni private,
poi in ambienti sotterranei, le Catacombe, dove già avveniva la sepoltura
pagana dei defunti. La necropoli pagana di Cimitile divenne allora luogo di
incontro e di culto dei Cristiani di Nola e dell'Agro Nolano. Il sepolcreto
cristiano, il cui nucleo principale sorse intorno al II - III sec. d.C.,
cominciò così ad accogliere le spoglie mortali di martiri della fede e fra
loro, alla fine del III secolo, in un giardino fra i mausolei della
necropoli, fu sepolto Felice, un presbitero di origine siriaca.
Con l'editto di Costantino del 313 d.C., i Cristiani uscirono dalla
clandestinità e, dagli ambienti sotterranei e cupi delle Catacombe,
passarono alla luce del sole definendo un nuovo organismo architettonico, la
basilica, che sarebbe diventato per diciassette secoli l'edificio simbolo
della cristianità, come il tempio greco lo era stato per il mondo classico
pagano. Le mutate condizioni politiche, il nuovo clima di tolleranza
religiosa generarono a Cimitile un caotico e disorganico pullulare di
cappelle e di edifici sacri che costituirono un'autentica cittadella sacra
sulla cui genesi e sulla cui struttura esistono ancor oggi tanti
interrogativi irrisolti.
Sulla tomba del presbitero Felice, le cui virtù taumaturgiche attiravano un
afflusso sempre crescente di pellegrini, ben presto i fedeli eressero una
Cappella che, nel breve volgere di pochi anni, crebbe fino a diventare una
Basilica intorno alla quale si coagulò tutto l'eccezionale complesso
architettonico di Cimitile. Il complesso di Cimitile raggiunse il suo
periodo di massimo splendore verso la fine del IV secolo ad opera di Ponzio
Anicio Paolino, l'innografo e poeta cristiano meglio noto come San Paolino
da Nola.
Nel 394 Paolino, dopo aver venduto tutte le sue terre per aiutare i poveri,
si stabilì con sua moglie Terasia presso la tomba di San Felice in una vita
di meditazione e di preghiera. Ben presto a lui si unirono dei compagni per
condurre vita cenobitica e fu così che in Italia, un secolo prima di San
Benedetto nacque un monastero nel quale Paolino visse 15 anni. Grazie a
Paolino l'area della tomba di San Felice fu ampliata ed abbellita di nuove
costruzioni sacre. All'uscita della basilica di San Felice, sul lato
settentrionale, vi sono ancora i resti della Basilica di San Giovanni voluta
da Paolino nel 400 per accogliere il grande numero di fedeli i cui
pellegrinaggi, compiuti da ogni parte dell'Impero, aumentavano giorno per
giorno.
L'intenzione di Paolino era quella di ampliare la vecchia basilica di San
Felice non di crearne una nuova. Ma l'ampliamento non poteva avvenire né
verso oriente perché già esisteva l' abside di Damaso I, né verso occidente
per non danneggiare i resti della necropoli, tantomeno verso mezzogiorno
perché già c'era la Basilica dei SS. Martiri. L'unica strada percorribile
era quella di costruire a settentrione la nuova basilica, ossia ad oriente
della tomba di San Felice, simbolicamente per Paolino luce che illumina
l'oscurità della terra. La nuova basilica con la facciata a circa 6 metri
dal fianco nord della vecchia, comunicava con essa tramite un triforium
aperto sul fianco dell'antico edificio in modo tale che le due chiese
fossero intercomunicanti attraverso un ampio atrio luminoso e che
costituissero il cuore della cittadella sacra. La nuova basilica,
incardinata sulla vecchia, per la sua particolare bellezza insieme alle
altre costruzioni del complesso, costituì sicuramente uno dei fattori
principali che portò nella cittadella sacra di Cimitile quel grande fenomeno
di pellegrinaggio da ogni parte dell'impero.
Paolino mostrò capacità di esperto architetto suggerendo soluzioni e
realizzando costruzioni grandiose ed architettonicamente molto complesse:
per realizzare i suoi progetti si servì di diverse maestranze che fece
arrivare dai paesi orientali e dall'Africa ed in un decennio di intensa
attività (dal 398 al 408) modificò, elevò, abbellì e diede fama alla
cittadella santa. Le due basiliche furono riccamente decorate in affresco ed
in mosaico con cicli di scene del Vecchio Testamento e del Nuovo Testamento
che dovevano costituire un supporto didattico necessario per l'educazione
dei pellegrini.
All'interno del complesso Paolino fece costruire fontane e cantarii per dare
sollievo ai pellegrini stanchi del lungo viaggio e nelle immediate vicinanze
delle basiliche fece erigere edifici capaci di offrire loro punti di ristoro
e di riposo.
Fu proprio in tale contesto che nacque il Monasterium di Paolino e Terasia,
luogo di contemplazione e di preghiera, ma anche luogo di bellezza che
sapesse cantare attraverso le sue bellissime pitture la veritas formosa che
Dio aveva impresso nella sua creazione. Di questa basilica che, in base alle
coeve descrizioni doveva essere un'autentica meraviglia, purtroppo non
rimangono che pochi brani come alcune colonne della navata centrale, basi di
altre e tracce di muratura delle navate laterali: dopo circa 150 anni dalla
morte di Paolino, un violento terremoto causato dall'eruzione del Vesuvio
determinò un rovinoso crollo di una parte della basilica di San Felice ed il
crollo della nuova basilica.
Nonostante questo tuttavia il patrimonio artistico-culturale della
cittadella sacra, per lo sforzo compiuto dai successori di Paolino di curare
con altrettanto vigore il complesso basilicale, era destinato ad arricchirsi
ulteriormente: sorsero, infatti, nuove costruzioni. Nel VI secolo, nei
pressi della Basilica di San Giovanni, fu realizzata la nuova Basilica dei
SS. Stefano e Lorenzo con il triplice ingresso rivolto ad oriente. Nello
stesso periodo l'arco centrale del triforium della basilica crollata fu
chiuso da una piccola cappella Sancta Sanctorum, ripetendo così lo stesso
motivo del quadriportico attorno alla tomba di S. Felice e fu realizzata la
Basilica di Santo Stefano. Fra il VI ed il VII secolo fu realizzata la
Basilica di San Tommaso non lontano dalla quale si nota una piccola e
originale fonderia, costruita in tufi greci ed in tufelli squadrati locali,
utilizzata per la realizzazione di campane e quasi a ridosso della fornace
vi sono ancora interrati grossi dolia che contenevano cibi e bevande per
ristorare i pellegrini che si recavano nel luogo sacro. Fra il XII ed il
XIII secolo fu edificata la chiesa di San Giovanni recuperata la parte
absidale della basilica edificata da Paolino.
Nel corso del Medioevo intorno al complesso che ha subito nel corso dei
secoli varie trasformazioni, restauri, rimaneggiamenti, si sviluppò il
centro abitato di Cimitile. Tuttavia i tempi erano profondamente mutati come
mutata era la spiritualità dell'uomo sempre più lontano dall'ascetismo del
primo Cristianesimo così il luogo si fece sempre più solitario e seguì un
lungo periodo di abbandono e solo alla fine del XIX secolo, sull'onda della
mentalità positivista in quegli anni diffusa nacque l'idea del recupero:
furono effettuati importanti restauri nel corso dei quali però furono
demoliti molti elementi architettonici e decorazioni che si erano nel corso
dei secoli sovrapposti. Nel 1988 è iniziato un vasto programma di restauro e
di valorizzazione del complesso archeologico. |
Illustrazione del sito: |
L'accesso a
questa cittadella sacra, nel cui recinto murario sorgevano le varie
basiliche, avveniva attraverso l'Arco Santo, costruito in tufo, nell'
interno del cui fornice c'erano iscrizioni latine ed affreschi che, con il
tempo, si sono sbiaditi fino a scomparire del tutto e che raffiguravano
Santi legati alla comunità ecclesiale di Nola.
Il nucleo centrale del complesso è il luogo della sepoltura di San Felice
dove Damaso I, alla fine IV secolo, fece erigere la Basilica di San Felice
della quale restano notevoli avanzi quali il colonnato quadrilatero ornato
di mosaici dove si vede il sepolcro del santo e quale il più antico esempio
di protiro dell'architettura cristiana. L'atrio di accesso alla basilica è
costituito da un pronao archivoltato con colonne di sostegno in materiale
granitico e prive di capitello. Alcuni avanzi della parete a nord
dell'abside rivelano ancora una ricca decorazione con vivaci affreschi ed
alcuni resti di mosaico. Con l'arrivo di Paolino questa basilica fu
modificata e dall'aula unica si passò ad una struttura a tre navate scandite
da due file di sei colonne per lato. Il cuore della basilica è la zona del
quadriportico e della tomba del santo, costruita in mattoni e sormontata da
transenne di marmo bianco traforato, rette da quattro pilastri a pianta
rettangolare. Nella parte soprastante la tomba un'edicola protegge il luogo
sacro. L'arco centrale, adiacente la tomba, è sostenuto da un'elegante
trabeazione sorretta da due colonne in marmo africano nero venato di bianco
le cui sommità sono sormontate da capitelli corinzi recanti le figure di San
Felice e di San Faustillo. A corona della tomba del Santo vi è un
quadriportico costruito all'inizio del VI secolo, decorato in mosaico del
quale rimangono brani consistenti, su fondo oro ed azzurro, raffigurante
pavoni, girali, grappoli d'uva e versi in latino. Le quattro colonne per
ogni lato del quadriportico sono sormontate da capitelli di ordine e di
stile diverso come diverse sono le basi ed i fusti delle colonne. La grande
abside, la cui larghezza è pari alla navata della basilica orientale, fu
eretta su ambienti della necropoli pagana da Damaso I in seguito ad un suo
pellegrinaggio presso la tomba del santo. Per mettere in comunicazione la
nuova abside con la navata della basilica furono aperti nel muro divisorio
alcuni passaggi in modo da dare l'impressione di un'iconostasi. Le pareti
laterali conservano affreschi raffiguranti da una parte San Giorgio che
affonda la lancia nel corpo del drago e dall'altra San Giovanni con i
capelli e barba mossi dal vento. A concludere le decorazioni poste sulla
parete occidentale nei pressi dell'ingresso, è la figura di San Nicola
benedicente. All'ingresso meridionale della basilica, un arcosolio
affrescato adorna un sarcofago di marmo di età imperiale: il sarcofago,
costituito da un unico blocco di marmo, è quello di Adeodato (393-473)
vescovo di Nola sulle pareti esterne raffigura il mito di Diana ed Endimione,
l'affresco raffigura Gesù benedicente assiso in trono con affianco San
Giovanni e la Vergine. Lungo la parete occidentale dell'ingresso alla
basilica c'è un affresco raffigurante una bellissima Madonna col Bambino del
XIV secolo. Sulla parete divisoria tra l'abside di Damaso I e la tomba di
San Felice, la cosiddetta iconostasi, sono rappresentate sette figure
bizantineggianti di pregevole fattura ed in ottimo stato di conservazione
risalenti al IX e X secolo. Strettamente legata alla Basilica di San Felice,
quasi da sembrare il prolungamento della grande abside di Damaso I, è la
torre campanaria, eretta probabilmente nello stesso periodo di costruzione
dell'abside. Tutta la struttura della torre, completamente realizzata in
piccoli tufi squadrati disposti a filari orizzontali, nonostante i
rimaneggiamenti nel corso dei secoli, conserva ancora una linea elegante
anche grazie al fatto che la parte centrale è alleggerita da quattro
monofore la cui altezza e larghezza mira a rispettare la stessa modularità
proporzionata al corpo di fabbrica. Nella parte sottostante la torre
campanaria, vi è una larga scala detta Santa dai primi cristiani perché
permetteva l'accesso ai luoghi del martirio ed al carcere di Santa Alcalà,
tenuta prigioniera insieme alle patrizie nolane Tecla e Susanna.
Affiancata alla Basilica di San Felice, mediante un cunicolo, si trova un
piccolo ambiente noto come la Basilica di San Caulonio risalente al IV
secolo e composta da tre altari di cui quello centrale posto nella piccola
abside in origine completamente affrescata; i piccoli altari laterali con
nicchie affrescate sono diversi rispetto all'altare centrale: su uno si
scorge un' immagine di San Felice dell' VIII - IX secolo, sull'altro è
raffigurato Cristo.
Di fronte alla Basilica di San Felice si trova invece la Basilica dei Santi
Martiri della fine del III secolo, una delle prime testimonianze dei
sepolcri cristiani nell'area di Cimitile. L'ingresso è caratterizzato da un
elegantissimo protiro del IX secolo composto da due sottili pilastri
decorati su tutte e quattro le facciate e da un arco a due mensole anch'esse
finemente lavorate. L'interno presenta un'interessantissima serie di
affreschi che oscillano fra il IX e l'XI secolo il cui tema dominante è la
passione di Cristo, dal tradimento di Giuda fino alla Crocifissione e
Resurrezione; la zona bassa della basilica è costituita da tombe ad
arcosolio in mattoni arrotondati di ottima fattura ed all'interno degli
arcosoli dei cicli pittorici raffigurano scene del Vecchio Testamento. |