Cenni storici: |
Durante i
periodi greco e lucano, nel territorio di Colliano, vi è una frequentazione
dell'uomo sporadica, mentre in quello romano, vi è una diffusa presenza
stanziale in diverse località (Zaparone, S. Vittore, Agatella, S. Priscolo,
San Vito, la Macchia), come testimoniano i vari ritrovamenti di ville
romane, luoghi sacri, tombe, urne cinerarie, ceppi funerari e cocci. E in
questo stesso periodo che ha origine il nome di Colliano, dalla famiglia
romana Collia. Con la caduta dell'Impero Romano subì prima la dominazione
dei Goti nel 524 e poi dei Longobardi, i quali la inclusero nel gastaldo di
Conza, il cui conte fu Orso. Durante questa dominazione, per difendersi
dalle incursioni Saracene, i collianesi decisero di spostarsi sul colle,
ritenendolo più sicuro, dando così la definitiva sistemazione urbanistica di
Colliano e Collianello, dove fu costruito una roccaforte, intorno alla quale
furono edificate case e casupole, formando un borgo fortificato. Con i
Normanni dipendeva da Roberto di Quaglietta. Intorno al 1140 fu ampliato il
castello di Collianello, furono alzate mura porte e torri tutto intorno al
paese, per meglio difendersi dai nemici. Di questo sistema difensivo rimane
solo la porta "dei Santi" situata nella parte meridionale, in direzione di
Palomonte, che a subito nei secoli diversi cambiamenti. Gli abitanti, con il
passare del tempo, gli cambiarono il nome in "porta Fontana" perché da lì
che si andava alla fontana pubblica, che era situata fuori dalle mura, e
precisamente nell'attuale Piazza Epifani. Nel 1220 appartiene a Galino,
milite normanno. Nel 1230 feudatari di Colliano sono Agnese e la figlia
Giovanna, che era anche signora di Senerchia. Nel 1268 Colliano fu per un
solo anno feudo di un certo Ugone. Alla sua morte fu incorporato fra i beni
del Re Carlo, che subito lo donò a Guido d'Alemagna, già signore di Laviano,
Castelnuovo di Conza, Trentinara, Campagna e Buccino. Nel 1270 feudatario di
Colliano e Giacomo di Bursone. Nel 1331, si ha uno smembramento del feudo,
Collianello fu donato a Tommaso da Porta. Nel 1426 Colliano e un
possedimento di Luigi Gesualdo. Nel 1448 era un feudo di Antonio Sanseverino,
ma dopo dieci anni ritorna ad essere della famiglia Gesualdo e precisamente
di Sansone. Nel 1466 è l'anno in cui i tutti i paesi dell'alta valle del
Sele subirono un violento terremoto, che li distrusse completamente. I
Gesualdo furono feudataria di Colliano fino al 1477, quando passò nelle mani
di Amelio. Con il Vicereame Colliano ritorna ad essere della famiglia
Gesualdo. |
Illustrazione del sito: |
In località
San Priscolo, in mezzo alla vegetazione, è possibile osservare la pianta
della Chiesa dedicata a San Prisco, resti di gradinate, stipiti, architravi
ed un cippo funerario murato sul lato sud di una casa rurale.
In località San Vittore, invece, si possono ammirare i resti di un antico
villaggio alle pendici del monte Castello, dove affiorano, nelle vigne e nei
campi, frammenti di ottimo pavimento musivo d'epoca medievale; ai margini
della radura, nel punto più elevato, sono stati ritrovati i resti di una
basilica paleocristiana, risalente al VII-VIII secolo d.C., che presenta i
segni di due entrate: una sulla facciata orientale e l'altra a mezzogiorno,
mentre ad oriente vi è l'abside semicircolare. Interessante la presenza,
nella zona absidale, di massi calcarei provenienti da un monumento funerario
databile, come si rileva da un'epigrafe, al I secolo d.C. appartenuto ad una
tale Terzia. Più a valle, in contrada Bisigliano, in seguito a recenti
scavi archeologici, sono venute alla luce strutture appartenute ad una villa
romana che, per la presenza di altri frammenti di manufatti, fanno
presupporre che ci si trovi di fronte ad un agglomerato urbano di età
imperiale (pagus) di una certa consistenza.
Nel giardino pubblico di viale Terlizzi
sono collocati una croce litica del XVI secolo proveniente dalla località
San Vittore ed alcuni cippi funerari del III secolo d.C. rinvenuti in
località San Vito. Un'urna Cineraria in pietra del I secolo d.C. sempre
dalla località San Vittore è invece conservata nell'atrio della scuola
elementare San Vittore. |