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SCHEDA INFORMATIVA A CURA DI ARCHEMAIL

Comune: Frasso Telesino (Bn)
Sito archeologico: Tombe romane
Ubicazione: Via Arbusti
Ente di riferimento: Soprintendenza Archeologica di Benevento (tel.082429970)
Modalità di visita: non visibili
Cenni storici:

Frasso coincide con la "Teravecchia", importante sito di difesa della valle. Di epoca sannitica è il "Tesoretto di Frasso", che contiene monete greche d'argento trovate negli anni trenta in contrada "Murto" e attualmente conservate presso il Museo Nazionale di Napoli. "TERRAVECCHIA" è il nome desunto dal primitivo nucleo abitativo di Frasso, che sembra risalire, più o meno, al X secolo e che si distingue soprattutto per i vicoletti, gli androni e gli angusti passaggi che lo caratterizzano. Tutto all'intorno del quartiere "TERRAVECCHIA", poi, si è progressivamente sviluppato il paese vero e proprio che sembra essersi quasi adagiato su per le pendici del Monte Sant'Angelo, là dove questo declina verso il Monte Cardito, dando così luogo a quella Valle di Prata, in cui, a giudizio di illustri storici locali, le legioni romane subirono l'onta delle Forche Caudine.

Illustrazione del sito: Nel 1990, in località "Arbusti", durante i lavori di ristrutturazione di un fabbricato di proprietà del Sig. Alfonso Massaro, è venuto alla luce un importantissimo tassello della secolare storia della Terra di Frasso: un piccolo gruppo di tombe di epoca romana, in ottimo stato, con i resti dei defunti e il corredo funerario. Con la monetina d'argento " Terentia ", rinvenuta nel 1951 sul Monte Cardito, questo ritrovamento costituisce una testimonianza rilevante della presenza di un insediamento umano nel territorio di Frasso, in epoca romana. Tale insediamento è da collegare a quelli di San Nicola e di Orcoli (Dugenta) dove le tracce di un lastricato romano e abbondanti ritrovamenti di materiale anforario, fanno pensare a realtà urbane importanti con la presenza anche di officine anforarie. Le tombe degli Arbusti possono essere datate tra la tarda età repubblicana (11 sec. a.C.) e il tardo periodo imperiale (IV sec. d.C.): esse potrebbero costituire l'indizio di un insediamento più vasto e attestano con certezza una continuità di vita in questo sito. Non si tratta di sepolture ricche, peraltro non comuni in epoca romana, né, per il momento, si può ipotizzare nelle immediate vicinanze una città delle dimensioni di Orcoli o Saticula. Forse esse testimoniano l'esistenza di un piccolo agglomerato: un "vicus" o un "pagus" del circondario della colonia romana vera e propria. Si potrebbe trattare, altresi, del cimitero della fattoria ("villa rustica") di un latifondo con gestione autonoma. Nella prima tomba ritrovata si vedono tracce delle tegole che coprivano la sepoltura. In una seconda, "a cappuccino" (così detta per le tegole disposte a doppio spiovente), sono stati rinvenuti oggetti funerari: una lucema con scena erotica e una moneta di Agrippa (1 sec. d. C). In un'altra tomba, anch'essa "a cappuccino", ai piedi del defunto, sono emersi un' "olletta", di fine fattura, tipica del corredo funerario romano, un chiodo, e una moneta dell'imperatore Galba (68-69 d.C.). Inoltre, nelle vicinanze delle sepolture, sono stati trovati alcuni oggetti interessanti tra cui un balsamario di vetro ottimamente conservato, di forma conica, con collo allungato, databile tra il I e il II secolo a. C., e una moneta dell'imperatore Massimino (degli inizi del IV secolo d.C.).
Le tombe, orientate nella direzione est-ovest, presentano corpi sepolti in posizione distesa, e sono certamente pagane (come dimostra anche la presenza delle monete: l'obolo per Caronte). Infine, la presenza di resti femminili, escludendo sepolture di soldati o di gente di passaggio, conferma l'esistenza di un insediamento stabile nelle vicinanze.
Situazione attuale: non definibile

IMMAGINI DEL SITO

 

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