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SCHEDA INFORMATIVA A CURA DI ARCHEMAIL

Comune: GRECI (Av)
Sito archeologico: Area archeologica
Ubicazione: Ad ovest del centro urbano
Ente di riferimento: Soprintendenza Archeologica di Salerno - Ufficio scavi di Ariano Irpino (Via Anzani n. 8 - tel.0825824839)
Modalità di visita: Liberamente visibile
Cenni storici:

Greci è una località conosciuta nel mondo scientifico - geologico per la presenza diun interessante sito dove su costoni di roccia affiorano fossili di microfauna e flora marina di epoca antichissima, testimonianza della presenza in zona del mare.Esso fu probabilmente abitato anche in tempi antichissimi, come evidenziano reperti archeologici di epoca protostorica scoperti in prossimità del vicino monte Calvario e la necropoli di epoca preromana localizzata nei pressi del campo sportivo. Fin dai tempi più remoti Greci è stata una località favorevole agli incontri tra le diverse etnie e ad i relativi scambi culturali. Essa è situata in posizione dominante la Valle del Cervaro che fu crocevia naturale di genti che la popolarono fin dal VI secolo a.C. e che furono legati alla civiltà della transumanza e del commercio tra le zone interne dell’Irpinia, della Daunia e delle Puglie nonché punto obbligato per gli scambi con Roma, Napoli e il mondo greco-italico.Si ricorda, inoltre, che nella zona del casale delle Tre Fontane passava fin dall’età imperiale la via Traiana e, già in antico, il tracciato del tratturo Camporeale- Foggia. E’ proprio in tale area che sono stati individuati bacini d’interesse archeologico ed è lungo questi tracciati, ricollegati alle piste di epoca protostorica, in seguito sannite, che si concentrarono la vita, il commercio e le arti del V e del VI secolo a.C. Greci conserva ben poche testimonianze di frequentazione in età preromana e romana.Il toponimo richiama palesemente la sua fondazione da parte di coloni greci e successivamente bizantini. Dalle fonti storiche sono emersi dati relativi alla presenza di un centro fortificato alle falde dell’attuale centro urbano tra il castello e la chiesa della Madonna del Caroseno. Esso fu realizzato alle falde dell’attuale Greci e costruito a difesa e controllo delle valli: si trattò di un’importante presenza di tipo militare attuata dalla politica di penetrazione del Catapanato bizantino facente parte dell’Impero Romano d’Oriente, un avamposto analogo a quelli costituiti da Troia, Bovino ed Ariano. Testimonianze archeologiche di epoca bizantina e di altri periodi storici sono state rinvenute lungo la strada provinciale Greci - Scalo, nella contrada Piano di Chicco. Nel 535, per volere dell’imperatore Giustiniano, la spedizione militare guidata dal generale Belisario riuscì a scacciare i Goti, consolidando e insediando nuovamente le comunità greche con quelle indigene tra cui Bovino, Troia, Greci ed Ariano. All’epoca la Civitas dei Greci comprendeva gran parte dei territori degli attuali comuni di Faeto, Orsara, Greci e Montaguto. Su questi luoghi si abbatté la furia saracena che distrusse anche Greci nel IX secolo.   

Illustrazione del sito: Reperti archeologici di epoca protostorica sono stati scoperti in prossimità del vicino Monte Calvario. Testimonianze archeologiche di epoca romana e bizantina sono state rilevate lungo la strada provinciale Greci-Scalo, in contrada Piano di Chicco, lungo il tratturello Camporeale-Masseria di Tre Fontane-Masseria San Vito. Alle pendici del Monte Rovitello è stato di recente portato alla luce un settore di una vasta area sepolcrale frequentata nel VI e nel IV secolo a.C. L’indagine è stata concentrata prevalentemente su due saggi finalizzati ad evidenziare le fasi e la tipologia insediativa del sito, la cui individuazione, in una località finora inedita per la ricerca archeologica, ha fornito nuovi dati per la ricostruzione del popolamento dell’area nord-orientale dell’Irpinia antica. Il primo saggio ha restituito un gruppo di sepolture a fossa con pareti rivestite da pietrame e copertura in tegole, riferibili alla fine del IV-inizi III secolo a.C. Dai corredi funerari sono stati recuperati numerosi pesi fittili da telaio, ceramiche a vernice nera di produzione campana, tra cui una lekythos piriforme con largo piede ad anello e due kylikes, alcune monete enee (litre) con testa di Apollo laureato e toro androprosopo, punte di freccia in ferro e corna di bovide. Il secondo saggio ha portato alla luce resti di tombe a fossa della tarda età del Ferro devastate in parte da lavori di sbancamento eseguiti in passato con mezzi meccanici. Recuperate, comunque, ceramiche d’impasto bruno, tra cui anforette con anse sopraelevate, boccali e scodelle ansate, vaghi di collana in pasta vitrea e vari oggetti di ornamento personale in bronzo, come fibule, pendagli, saltaleoni. Nell’area delle tombe sannitiche di grande importanza è stata infine la scoperta di due strutture murarie in pietrame che delimitavano un vasto ambiente, mentre un altro muro della stessa tecnica è stato rilevato all’estremità nord-orientale del primo saggio, dove aveva sconvolto la copertura di una tomba protostorica. L’individuazione al livello di fondazione di queste strutture murarie di uno scarico in cui si sono trovati numerosi frammenti di terrecotte votive del III secolo a.C., farebbe pensare alla presenza nel luogo anche di un edificio di culto, abbandonato forse in seguito alle distruzioni che seguirono la guerra annibalica. 
Situazione attuale: Precaria

IMMAGINI DEL SITO

 

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