Cenni storici: |
Greci è una località
conosciuta nel mondo scientifico - geologico per la presenza diun
interessante sito dove su costoni di roccia affiorano fossili di microfauna
e flora marina di epoca antichissima, testimonianza della presenza in zona
del mare.Esso fu probabilmente abitato anche in tempi antichissimi, come
evidenziano reperti archeologici di epoca protostorica scoperti in
prossimità del vicino monte Calvario e la necropoli di epoca preromana
localizzata nei pressi del campo sportivo. Fin dai tempi più remoti Greci è
stata una località favorevole agli incontri tra le diverse etnie e ad i
relativi scambi culturali. Essa è situata in posizione dominante la Valle
del Cervaro che fu crocevia naturale di genti che la popolarono fin dal VI
secolo a.C. e che furono legati alla civiltà della transumanza e del
commercio tra le zone interne dell’Irpinia, della Daunia e delle Puglie
nonché punto obbligato per gli scambi con Roma, Napoli e il mondo
greco-italico.Si ricorda, inoltre, che nella zona del casale delle Tre
Fontane passava fin dall’età imperiale la via Traiana e, già in antico, il
tracciato del tratturo Camporeale- Foggia. E’ proprio in tale area che sono
stati individuati bacini d’interesse archeologico ed è lungo questi
tracciati, ricollegati alle piste di epoca protostorica, in seguito sannite,
che si concentrarono la vita, il commercio e le arti del V e del VI secolo
a.C. Greci conserva ben poche testimonianze di frequentazione in età
preromana e romana.Il toponimo richiama palesemente la sua fondazione da
parte di coloni greci e successivamente bizantini. Dalle fonti storiche sono
emersi dati relativi alla presenza di un centro fortificato alle falde
dell’attuale centro urbano tra il castello e la chiesa della Madonna del
Caroseno. Esso fu realizzato alle falde dell’attuale Greci e costruito a
difesa e controllo delle valli: si trattò di un’importante presenza di tipo
militare attuata dalla politica di penetrazione del Catapanato bizantino
facente parte dell’Impero Romano d’Oriente, un avamposto analogo a quelli
costituiti da Troia, Bovino ed Ariano. Testimonianze archeologiche di epoca
bizantina e di altri periodi storici sono state rinvenute lungo la strada
provinciale Greci - Scalo, nella contrada Piano di Chicco. Nel 535, per
volere dell’imperatore Giustiniano, la spedizione militare guidata dal
generale Belisario riuscì a scacciare i Goti, consolidando e insediando
nuovamente le comunità greche con quelle indigene tra cui Bovino, Troia,
Greci ed Ariano. All’epoca la Civitas dei Greci comprendeva gran parte dei
territori degli attuali comuni di Faeto, Orsara, Greci e Montaguto. Su
questi luoghi si abbatté la furia saracena che distrusse anche Greci nel IX
secolo.
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Illustrazione del sito: |
Reperti
archeologici di epoca protostorica sono stati scoperti in prossimità del
vicino Monte Calvario. Testimonianze archeologiche di epoca romana e
bizantina sono state rilevate lungo la strada provinciale Greci-Scalo, in
contrada Piano di Chicco, lungo il tratturello Camporeale-Masseria di Tre
Fontane-Masseria San Vito. Alle pendici del Monte Rovitello è stato di
recente portato alla luce un settore di una vasta area sepolcrale
frequentata nel VI e nel IV secolo a.C. L’indagine è stata concentrata
prevalentemente su due saggi finalizzati ad evidenziare le fasi e la
tipologia insediativa del sito, la cui individuazione, in una località
finora inedita per la ricerca archeologica, ha fornito nuovi dati per la
ricostruzione del popolamento dell’area nord-orientale dell’Irpinia antica.
Il primo saggio ha restituito un gruppo di sepolture a fossa con pareti
rivestite da pietrame e copertura in tegole, riferibili alla fine del
IV-inizi III secolo a.C. Dai corredi funerari sono stati recuperati numerosi
pesi fittili da telaio, ceramiche a vernice nera di produzione campana, tra
cui una lekythos piriforme con largo piede ad anello e due kylikes, alcune
monete enee (litre) con testa di Apollo laureato e toro androprosopo, punte
di freccia in ferro e corna di bovide. Il secondo saggio ha portato alla
luce resti di tombe a fossa della tarda età del Ferro devastate in parte da
lavori di sbancamento eseguiti in passato con mezzi meccanici. Recuperate,
comunque, ceramiche d’impasto bruno, tra cui anforette con anse
sopraelevate, boccali e scodelle ansate, vaghi di collana in pasta vitrea e
vari oggetti di ornamento personale in bronzo, come fibule, pendagli,
saltaleoni. Nell’area delle tombe sannitiche di grande importanza è stata
infine la scoperta di due strutture murarie in pietrame che delimitavano un
vasto ambiente, mentre un altro muro della stessa tecnica è stato rilevato
all’estremità nord-orientale del primo saggio, dove aveva sconvolto la
copertura di una tomba protostorica. L’individuazione al livello di
fondazione di queste strutture murarie di uno scarico in cui si sono trovati
numerosi frammenti di terrecotte votive del III secolo a.C., farebbe pensare
alla presenza nel luogo anche di un edificio di culto, abbandonato forse in
seguito alle distruzioni che seguirono la guerra annibalica. |