Cenni storici: |
Il territorio di Guardia
Lombardi dal punto di vista geologico è costituito da rocce e argille
plioceniche; relativamente ai primi insediamenti umani non sono disponibili,
allo stato attuale, dati che testimoniano di una frequentazione umana in
epoca preistorica. Esso risulta invece frequentato in epoca romana sebbene
non risulti attendibile l’ipotesi di uno storico irpino del secolo scorso
per il quale Guardia Lombardia sarebbe sorta sull’area di Romulea, famosa
per essere stata, nelle guerre con Roma, la capitale morale d'una
confederazione di Irpini, Sanniti, Caudini e Pentri, appartenenti tutti alla
razza Sabella. Si ritiene, difatti più probabile che quell’area fosse la
stessa dell’attuale e vicina Bisaccia. In riferimento, invece, ad alcuni
reperti ritrovati nel sottosuolo, alcuni studiosi hanno basato l’ipotesi
secondo cui i Romani arrivarono a Guardia mentre percorrevano la vecchia via
Appia, diretti a Brindisi. Il primo nucleo abitato di cui si ha notizia è
invece risalente al IX secolo con riferimento all’849, anno in cui avvenne
ad opera dell’imperatore Ludovico la divisione del Ducato Longobardo nei due
principati di Salerno e di Benevento. Il paese venne fondato dai Longobardi
forse contestualmente al vicino Sant’Angelo dei Lombardi, nella fase finale
del loro dominio intorno alla metà del IX secolo. La nascita del Castello di
Guardia Lombardi è invece da ricondurre alle esigenze di difesa del
Gastaldato di Conza giacché fu edificato in posizione elevata come vedetta.
Per la sua situazione, difatti, tra le valli dell’Ofanto a sud e dell’Ufita
a nord, il castello era adatto alla difesa di Benevento da eventuali
eserciti provenienti dall’Oriente. Il borgo, sorto quindi come fortezza
militare, si estese in poco tempo, dando origine ad un agglomerato di
abitazioni realizzate prima come pagliai e poi facendo ricorso alle pietre
estratte dalle cave locali. Dopo il disastroso terremoto del 990 e dopo
l’anno 1000, con un iniziale aumento della popolazione, il paese si estese
ulteriormente fino ad un punto in cui prese origine un piccolo convento dei
monaci Agostiniani nei cui pressi sarà poi costruita, nel XVIII secolo, la
Chiesa della Congregazione. La chiesa di San Pietro, fulcro in torno a cui
si raccolse l’antico paese, fu invece costruita per rispettare il desiderio
espresso da Teodolinda, Regina dei Longobardi. Nell’attuale centro storico
la cultura del tempo, definita “paleocristiana - longobarda” è ravvisabile
nelle opere sopravvissute, nell’ingegnosa disposizione delle abitazioni
abbarbicate ad un poggio scosceso, nella loro realizzazione in rispondenza a
rigidi criteri tecnico - utilitaristici e, come spesso accade, nella
toponomastica delle strade. |
Illustrazione del sito: |
In località
"Piano dell’Occhio" ispezioni archeologiche del suolo hanno portato al
rilevamento della presenza di vasta area di frammenti fittili di ceramica
aretina, terra sigillata, intonaci colorati, resti di pavimento in opus
spicatum e avanzi di mosaici a tessere bianche e nere. Va segnalata,
inoltre, la presenza di una stele funeraria di un certo M. Palius, oggi al
Museo Irpino di Avellino. Un’altra area di frammenti fittili, sempre
pertinente ad un insediamento rurale di epoca romana, è in località "Macchia
di Panno", mentre nella località S. Maria Maggiore (Masseria dei Poeti) si
rilevano resti di un monumento funerario in travertino con superficie
inscritta. Altri frammenti lapidei sono decorati da un fregio ad ovuli con
rappresentazione metopale di un mulo e di un uomo elmato. Nella stessa area
si rileva la presenza di numerose sepolture tombali e monete sempre di epoca
romana.
La fontana di Beveri è una costruzione
monumentale realizzata con grosse lastre di pietra bianca locale, lavorata a
mano. A forma di anfiteatro semicircolare, è caratterizzata da un largo
piazzale antistante, originariamente pavimentato con selciato. Sullo spiazzo
sostavano gli asini preposti al trasporto di barili di acqua, le donne per
il bucato e chiunque ne potesse avere necessità. Su due scalini realizzati
in pietra è collocata un'imponente vasca per la raccolta dell'acqua, che
veniva dispensata equamente ai due artistici lavatoi laterali ,realizzati
anch'essi in pietra bianca. Sulla parte frontale caratterizzano l'antico
monumento "tre tubi metallici" incastonati nella pietra. Quello centrale
fuoriesce da una margherita finemente decorata che simboleggia la bellezza,
mentre i due laterali fuoriuscivano da espressive teste di Leone in ghisa,
attualmente mancanti, che simboleggiavano la potenza di Dio. Domina il
monumento una lapide in marmo riportante la seguente scritta: "Guardia
Lombardi 1894". L'iscrizione risale ad una delle ultime riparazioni. Ai lati
della fontana ci sono due grandi lavatoi, di forma quasi ovale. Essi sono
costruiti con massi di pietra scanalati e sono alimentati attraverso dei
cunicoli a cielo aperto, scavati nella pietra. La sorgente dista circa 100 m
dalla fontana, alimentata mediante un cunicolo sotterraneo. Attualmente la
fontana è in completo abbandono e l'acqua non è più potabile. Le ultime
riparazioni hanno deturpato lo stile del monumento con l'utilizzo di marmi
poco adatti e l'uso di tubi di plastica. |