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SCHEDA INFORMATIVA A CURA DI ARCHEMAIL

Comune: GUARDIA LOMBARDI (Av)
Sito archeologico: Resti vari romani
Ubicazione: In vari punti
Ente di riferimento: Soprintendenza Archeologica di Salerno - Ufficio scavi di Ariano Irpino (Via Anzani n. 8 - tel.0825824839)
Modalità di visita: Liberamente visibile
Cenni storici:

Il territorio di Guardia Lombardi dal punto di vista geologico è costituito da rocce e argille plioceniche; relativamente ai primi insediamenti umani non sono disponibili, allo stato attuale, dati che testimoniano di una frequentazione umana in epoca preistorica. Esso risulta invece frequentato in epoca romana sebbene non risulti attendibile l’ipotesi di uno storico irpino del secolo scorso per il quale Guardia Lombardia sarebbe sorta sull’area di Romulea, famosa per essere stata, nelle guerre con Roma, la capitale morale d'una confederazione di Irpini, Sanniti, Caudini e Pentri, appartenenti tutti alla razza Sabella. Si ritiene, difatti più probabile che quell’area fosse la stessa dell’attuale e vicina Bisaccia. In riferimento, invece, ad alcuni reperti ritrovati nel sottosuolo, alcuni studiosi hanno basato l’ipotesi secondo cui i Romani arrivarono a Guardia mentre percorrevano la vecchia via Appia, diretti a Brindisi. Il primo nucleo abitato di cui si ha notizia è invece risalente al IX secolo con riferimento all’849, anno in cui avvenne ad opera dell’imperatore Ludovico la divisione del Ducato Longobardo nei due principati di Salerno e di Benevento. Il paese venne fondato dai Longobardi forse contestualmente al vicino Sant’Angelo dei Lombardi, nella fase finale del loro dominio intorno alla metà del IX secolo. La nascita del Castello di Guardia Lombardi è invece da ricondurre alle esigenze di difesa del Gastaldato di Conza giacché fu edificato in posizione elevata come vedetta. Per la sua situazione, difatti, tra le valli dell’Ofanto a sud e dell’Ufita a nord, il castello era adatto alla difesa di Benevento da eventuali eserciti provenienti dall’Oriente. Il borgo, sorto quindi come fortezza militare, si estese in poco tempo, dando origine ad un agglomerato di abitazioni realizzate prima come pagliai e poi facendo ricorso alle pietre estratte dalle cave locali. Dopo il disastroso terremoto del 990 e dopo l’anno 1000, con un iniziale aumento della popolazione, il paese si estese ulteriormente fino ad un punto in cui prese origine un piccolo convento dei monaci Agostiniani nei cui pressi sarà poi costruita, nel XVIII secolo, la Chiesa della Congregazione. La chiesa di San Pietro, fulcro in torno a cui si raccolse l’antico paese, fu invece costruita per rispettare il desiderio espresso da Teodolinda, Regina dei Longobardi. Nell’attuale centro storico la cultura del tempo, definita “paleocristiana - longobarda” è ravvisabile nelle opere sopravvissute, nell’ingegnosa disposizione delle abitazioni abbarbicate ad un poggio scosceso, nella loro realizzazione in rispondenza a rigidi criteri tecnico - utilitaristici e, come spesso accade, nella toponomastica delle strade.

Illustrazione del sito: In località "Piano dell’Occhio" ispezioni archeologiche del suolo hanno portato al rilevamento della presenza di vasta area di frammenti fittili di ceramica aretina, terra sigillata, intonaci colorati, resti di pavimento in opus spicatum e avanzi di mosaici a tessere bianche e nere. Va segnalata, inoltre, la presenza di una stele funeraria di un certo M. Palius, oggi al Museo Irpino di Avellino. Un’altra area di frammenti fittili, sempre pertinente ad un insediamento rurale di epoca romana, è in località "Macchia di Panno", mentre nella località S. Maria Maggiore (Masseria dei Poeti) si rilevano resti di un monumento funerario in travertino con superficie inscritta. Altri frammenti lapidei sono decorati da un fregio ad ovuli con rappresentazione metopale di un mulo e di un uomo elmato. Nella stessa area si rileva la presenza di numerose sepolture tombali e monete sempre di epoca romana. 

La fontana di Beveri è una costruzione monumentale realizzata con grosse lastre di pietra bianca locale, lavorata a mano. A forma di anfiteatro semicircolare, è caratterizzata da un largo piazzale antistante, originariamente pavimentato con selciato. Sullo spiazzo sostavano gli asini preposti al trasporto di barili di acqua, le donne per il bucato e chiunque ne potesse avere necessità. Su due scalini realizzati in pietra è collocata un'imponente vasca per la raccolta dell'acqua, che veniva dispensata equamente ai due artistici lavatoi laterali ,realizzati anch'essi in pietra bianca. Sulla parte frontale caratterizzano l'antico monumento "tre tubi metallici" incastonati nella pietra. Quello centrale fuoriesce da una margherita finemente decorata che simboleggia la bellezza, mentre i due laterali fuoriuscivano da espressive teste di Leone in ghisa, attualmente mancanti, che simboleggiavano la potenza di Dio. Domina il monumento una lapide in marmo riportante la seguente scritta: "Guardia Lombardi 1894". L'iscrizione risale ad una delle ultime riparazioni. Ai lati della fontana ci sono due grandi lavatoi, di forma quasi ovale. Essi sono costruiti con massi di pietra scanalati e sono alimentati attraverso dei cunicoli a cielo aperto, scavati nella pietra. La sorgente dista circa 100 m dalla fontana, alimentata mediante un cunicolo sotterraneo. Attualmente la fontana è in completo abbandono e l'acqua non è più potabile. Le ultime riparazioni hanno deturpato lo stile del monumento con l'utilizzo di marmi poco adatti e l'uso di tubi di plastica.

Situazione attuale: Precaria

IMMAGINI DEL SITO

 

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