Torna alla pagina precedente

SCHEDA INFORMATIVA A CURA DI ARCHEMAIL

Comune: MAIORI (Sa)
Sito archeologico: Badia di Santa Maria de Olearia
Ubicazione: Località Capo d'Orso
Ente di riferimento: Soprintendenza Archeologica di Salerno - Ufficio scavi di Minori
Modalità di visita: Visitabile tutti i giorni al mattino
Cenni storici:

Secondo fonti storiche, si racconta che la città di Maiori fu fondata dagli Etruschi, e ciò lo testimonia quel suo nome originario di "Reghinna Major" e quella sua radice etimologica "inna" di chiara derivazione etrusca. Alcuni fanno risalire le sue origini ai Romani, così come tutta l'intera Costa d'Amalfi, testimoniate da ritrovamenti risalenti dell'epoca. Altri storici invece, ritengono che Maiori fu edificata nel IX secolo dal principe salernitano Sicardo.
Maiori, possedimento di Amalfi e sede degli Arsenali, dell'Ammiragliato, nonché della Dogana e del Fondaco del sale, resistette per qualche tempo ai Normanni. Ma nel 1268 fu saccheggiata dai Pisani, eterni rivali della Repubblica Amalfitana, che con le loro numerose galee operarono distruzioni e saccheggi lungo tutta la Costa. Ben presto Maiori ebbe una fiorente marina mercantile e fu in grado di costruire navi di grande portata. Ma il 1343 fu protagonista di un maremoto, che distrusse buona parte del litorale costiero e gran parte della cittadina.
Celere fu la sua ripresa e così le maggiori attività economiche si disposero lungo la valle del fiume Reginna Major, dando lustro, con le sue maggiori concentrazioni di opifici, all'intera vallata. Un altro evento drammatico nel 1348 colpì Maiori. La peste,che decimò la popolazione, sarà presente lungo il corso della storia in diversi periodi. Purtroppo fu un momento storico di miseria e di brigantaggio, in cui le strade della Costiera erano più volte esposte al rischio di cattivi incontri. Sotto il regno della regina Giovanna I e del suo successore Carlo III di Durazzo, al quale successe il figlio Ladislao, Maiori risorse nel suo splendore, tant'è che gli storici Camera e Primicerio, riferivano di manifatture per la seta e la lana, prime in tutta la zona. 

Illustrazione del sito:

Percorrendo la strada statale 163, arrivati al promontorio di Capo d'Orso, a pochi minuti dal centro, ci si trova davanti all'antichissimo complesso monastico di S.Maria de Olearia, eretto nel X-IX secolo da un cenobio di monaci bizantini. In una delle tante grotte naturali che è possibile trovare lungo la strada, si nasconde questo piccolo gioiello di Abbazia.
S. Maria de Olearia è una testimonianza preziosa d'arte ed architettura dell'alto Medioevo. Nel 973 quando l'eremita Pietro e suo nipote Giovanni fondarono questa abbazia, nei pressi della spelonca c'era un frantoio. E in questa atmosfera rarefatta il Medioevo rivive ancora nel suo splendore. Maiori a quel tempo era il centro del ducato di Amalfi dove tante presenze monastiche si concentravano e svolgevano una presenza attiva e contemplativa.
L'abbazia è composta da tre cappelle sovrapposte: al livello più basso, la prima che il visitatore incontra è anche la più antica, costruita nella roccia e, per questo, detta anche "rupestre". In essa è possibile ammirare gli affreschi raffigurante la "Vergine orante", al centro, ed un Santo guerriero, sulla destra, probabilmente S.Giorgio, secondo l'iconografia bizantina. Gli affreschi dell'Abbazia (scoperti nel 1868) costituiscono uno tra i più importanti gruppi di dipinti murali in Campania che siano stati pervenuti dal primo Medioevo. Alcuni di essi sono probabilmente i più antichi rimasti dell'epoca del Ducato. Salendo poi alcune scale, un corridoio porta all'anfratto dove gli eremiti avevano costruito le loro piccole celle.
L'ambiente, in origine, era più grande di quello che attualmente si può visitare e, nel corso dei secoli, le celle vennero utilizzate come camere funerarie.
Da qui il nome di "catacombe". Salendo al piano superiore troviamo la seconda cappella. Questa è a due navate, con al centro una colonna con base di tufo. Alle pareti alcuni dipinti raffigurano il tema del ciclo "mariano", dall'Annunciazione alla Natività, alla Visitazione. Al godimento artistico dei magnifici affreschi, che si alternano al bianco delle pareti, si aggiunge la spendida vista di un azzurro lontano, dove mare e cielo hanno un'unione perfetta. Giunti sul "sagrato" tutto proteso sul mare, si sale un piccolo tratto di scale dove ci condurrà all'ultima cappella, estremo rifugio dei monaci in cerca di solitudine. Quì gli affreschi sono tutti raffiguranti episodi della vita di S.Nicola di Nera.
Nell'abside si trova una Vergine col Bambino, in piedi, fiancheggiata da San Paolino a destra e San Nicola a sinistra, ambedue identificati da iscrizione. Sull'arco absidale sono dipinti San Giovanni Battista e San Giovanni Evangelista osannante rivolto verso un medaglione al di sopra dell'abside. Entrambi i santi sono raffigurati a figure intere e con un rotolo avvolto. A S.Maria de Olearia, gioiello d'arte ed architettura medievale, in cui ritagli di mare fanno capolino tra le fronde d'argento degli ulivi, la classicità e il bizantinismo medievale confluiscono magnificamente. 

Situazione attuale: Discreto

IMMAGINI DEL SITO

 

Torna alla pagina precedente

Non si assume alcuna responsabilità per eventuali difformità da quanto riportato in questa pagina