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SCHEDA INFORMATIVA A CURA DI ARCHEMAIL

Comune: MINORI (Sa)
Sito archeologico: Villa romana
Ubicazione: Via Santa Lucia
Ente di riferimento: Soprintendenza Archeologica di Salerno - Ufficio scavi di Minori (c/o villa romana - tel. 089852873)
Modalità di visita: Visitabile tutti i giorni dalle ore 9 ad un'ora prima del tramonto
Cenni storici:

La cittadina di Minori è ubicata lungo la costa amalfitana e deve il suo nome all’aggettivo che accompagnava il suo nome originario: infatti, era appellata dai Romani "Rheginna" (dal nome del fiume che l'attraversa ancora oggi) cosicché, per distinguerla dalla vicina Maiori, venne detta "Minor".
La fondazione dell'abitato è presumibilmente precedente all’arrivo dei Romani, sebbene non esistano testimonianze dirette di tale origine. La maggior parte degli studiosi sono concordi nell’affermare che la sua fondazione risale agli Etruschi, presenti in zona fin dal VII secolo. Di sicuro i Romani occuparono l’area costiera con una serie di ville residenziali di notevole importanza e delle quali ne restano ancora oggi alcuni esempi (una soltanto è al momento visitabile).
Numerosi scavi archeologici attestano che Minori, in epoca imperiale romana, doveva certamente essere una notevole località di soggiorno soprattutto "estivo", favorita in questo dalla natura del suo territorio che rendeva facile l'approdo alle "villae" e disagevoli le comunicazioni terrestri per vie montane. 

Illustrazione del sito:

L’unica testimonianza archeologica attualmente visitabile è la Villa Romana, risalente al primo secolo d.C., della quale si conserva il pianterreno. Fu scoperta nella primavera del 1932 dal muratore Luigi D'Amato, mentre eseguiva dei lavori nella proprietà del Sig. Alfonso Sammarco. Durante i lavori, infatti, si aprì una grossa buca nel pavimento dando la possibilità di intravedere come, al di sotto, vi fosse un vuoto di apprezzabili dimensioni da dover immediatamente controllare. In seguito all'alluvione del 26 ottobre 1954 la villa fu sepolta nuovamente, e solo successivamente fu messa in luce nella sua possibile interezza.
Non se ne conosce la proprietà. Della destinazione dei diversi ambienti della villa poco può dirsi, in quanto la suppellettile ci è pervenuta in pochissimi esemplari: la loro assenza e, soprattutto, la mancanza di lastre di marmo asportate, lascia intendere che altri, prima del ritrovamento ufficiale, scoprirono questo tesoro di inestimabile valore storico e artistico, e, dopo averlo derubato, lo seppellirono nuovamente in un freddo silenzio.
Molto probabilmente la Villa non ebbe una lunga vita: si ritiene che molta probabilmente fu fatta costruire alla fine dell'età repubblicana mentre il suo primo declino si fa coincidere con l'inizio dell'età imperiale.
Strutturalmente la Villa è circondata da un vasto cortile su un'area di 2500 metri quadri. Era costituita da due piani comunicanti tramite una scala, parzialmente conservata, di 29 scalini, che andava allargandosi progressivamente verso la base.
Originariamente vi era al centro una piscina circondata da un portico su tre lati nel quale è visibile lo stupendo impianto idraulico. Sul quarto lato si affacciava un "ninfeo", salone riccamente ornato di affreschi sulle pareti e stucchi a rilievo nella volta a botte.
Di notevole interesse, tecnico oltre che storico, è anche l'impianto termale strettamente connesso a quello idraulico: una tale ricerca di soluzioni tecniche lascia intuire il grande interesse che i Romani, a partire dal I° secolo in poi, nutrirono per quello che per loro era un'attività altamente civile sociale, quale quella delle "thermae".
In corrispondenza del piano superiore vi era una terrazza ove è stato riportato alla luce un ambiente con "suspensurae", colonnine di mattoni su cui poggiava il pavimento di ambienti termali riscaldati per la diffusione, nell'intercapedine venutasi così a creare, dei vapori necessari al riscaldamento.
Di notevole interesse è anche un "antiquarium" che accoglieva le pitture delle altre ville, un "larario" da Scafati, un cippo funerario a rilevo da Angri e un altro da Nocera, oltre ad anfore, statue, frammenti architettonici e molto altro ancora.
Va, infine, segnalato che i lavori eseguiti in seguito all'alluvione per regolare il corso del Reginnolo hanno portato alla luce altre due ville, non visitabili, delle quali una quasi distrutta e l'altra con ambienti ancora ben conservati. 

Situazione attuale: Discreto

IMMAGINI DEL SITO

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