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SCHEDA INFORMATIVA A CURA DI ARCHEMAIL

Comune: MONTEFREDANE (Av)
Sito archeologico: Resti vari
Ubicazione: Località varie
Ente di riferimento: Soprintendenza Archeologica di Avellino (Via Ciccarelli n. 5 - tel.0825781862)
Modalità di visita: liberamente visibili
Cenni storici:

Centro agricolo della media valle del Sàbato, il paesino di Montefredane è situato sulla cima di un colle del versante sinistro, dal quale domina il sottostante fondovalle; alle pendici del colle si trova Arcella, centro formatosi di recente lungo la via Appia. Le tre frazioni, Gaita, Bosco Magliano e Arcella, sorgono nella piana del fiume a circa 260 metri, mentre il centro abitato è a circa 590 metri di altitudine. La vicinanza del fiume Sabato ha favorito a partire da tempi assai remoti la nascita di nuclei abitativi, il capoluogo, però, è viceversa sorto intorno al castello longobardo sviluppatosi nella zona settentrionale del territorio. Il paesaggio è caratterizzato da rilievi collinari, ricco di sorgenti e di torrenti fra cui il Fredane, che dà il nome al paese, dove si trovano numerosi nuclei abitativi. Sul fondo valle si estende la piana del Sabato e la valle del Cardoneto. L’origine di Montefredane si fa risalire alla metà del VI secolo, quando gli abitanti della vicina Abellinum abbandonarono l’insediamento, per trasferirsi lungo i rilievi collinari intorno alla città. Arcella, infatti, nuova frazione del paese, già prima della dominazione romana fu luogo di insediamenti sanniti, come testimonia il ritrovamento di alcuni reperti, orci, sepolcri e suppellettili in diverse località del territorio comunale. Nella località di Bosco Prata, infatti, sono state ritrovate delle tombe con lucernette, risalenti al II-III secolo d.C. ed un’epigrafe su un blocco di travertino. Il nome deriva dal tedesco Frieden, freddo, come quello di una sorgente che diventa torrente e si riversa nel fiume Sabato, il corso d’acqua dell’antico Sannio, prima di congiungersi al Calore “a co’ del ponte presso Benevento”. La sorgente del Fredane sorge fra i boschi di Pietracupa e dei Castelloni e di lì la tradizione vuole che le prime comunità abbiano cominciato a scalare la collina, da Perdito al Casale e poi a Ripa, Magliano ed infine Perrizzoni. Altri nuclei si stabilirono a mezza costa, fra Boscomagliano e Alimata, a poco più d’un miglio da Avellino romana, o a valle, dove c’era una piccola arx (Arcella) di Avellino sannita. Nel Medioevo la comunità si chiuse intorno alla rocca costruita sulla cima della collina, circondata di mura e ben difesa dalla natura aspra dei luoghi. I primi nuclei umani, però, si insediarono già in epoca remota, provenendo dalla valle e principalmente dall’area dell’antica città sannitica, che sorgeva nei luoghi vallivi tra il Sabato e la collina. Quando il console Spurio Carvilio espugnò “l’arx” della tribù degli Abellintaes, ubicata, forse, nella località denominata Arcella, gli abitanti si dispersero nei boschi vicini, insediandosi nei pressi di sorgenti perenni (il Fredane, l’Acqua dei Militi, Fontanelle, Piscara). Fra le muraglie naturali di Pietracupa (antichi dolmen distrutti ricavati da grandi blocchi di pietra ancora esistenti) e di Castelloni c’erano già, probabilmente, altri nuclei umani. Altri se ne aggiunsero quando la valle fu infestata dalla guerra greco - gotica. Il bisogno di pascoli, la scarsezza del vitto e l’opportunità del sito fecero allontanare dei nuclei da Avellino per andare a fissarsi in altri luoghi (Capriglia, Montefredane). Furono abbandonati anche i “pagi”, che sorgevano ai lati della strada che costeggiava il Sabato e andava a raggiungere l’Appia nei pressi di Aeclanum, e man mano si spostarono a monte dove c’era maggiore sicurezza.

Illustrazione del sito:

Materiali archeologici, reperti ceramici provenienti da necropoli e insediamenti rurali sono segnalati in località Bosco di Prata, Castelloni, Campo dei Ferrari e Sant’Antonio. Nella frazione Arcella sono state trovate anni fa alcune sepolture tombali di epoca sannitica da cui si sono recuperati corredi ceramici e oggetti di ornamento personale in bronzo. Tombe del II-III secolo d.C. sono state recuperate anche nella località Bosco di Prata.

Situazione attuale: Precaria

IMMAGINI DEL SITO

 

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