Torna alla pagina precedente

SCHEDA INFORMATIVA A CURA DI ARCHEMAIL

Comune: NAPOLI (Na)
Sito archeologico: Insediamento greco (Partenope)
Ubicazione: Area di Pizzofalcone - Monte Echia
Ente di riferimento: Soprintendenza Archeologica di Napoli - Ufficio scavi di Napoli (tel. 081440166)
Modalità di visita: Liberamente visibile
Cenni storici:

Le tracce più consistenti della frequentazione umana in epoca protostorica sono costituite dal ritrovamento di due tombe del tipo detto “a forno” della Cultura del Gaudo (facies tipica dell’eneolotico attestata in tutta la Campania), in una delle quali si ritrovò una lama di pugnale in rame, il tutto risalente all’età Eneolitica (fine del terzo millennio a.C.). All’età del Bronzo (II° millennio a.C.) sono invece ascrivibili alcuni frammenti di ceramica di impasto rinvenuti durante alcuni interventi di scavo nel centro antico.

La maggior parte degli storici concorda nell’affermare che verso la fine del VII sec. a.C., un gruppo di coloni Calcidesi o Euboici, stanziatisi a Cuma circa un secolo prima, nel quadro del rafforzamento della propria presenza nel Golfo di Napoli, creò una base di appoggio sull’attuale collina di Pizzofalcone, indicata come il luogo di sepoltura della sirena Partenope. Il piccolo centro abitato, che prese il nome proprio dalla sirena, era circondato dal mare su tre lati e quindi ben protetto. Nel pieno rispetto dell’urbanistica greca, Partenope era costituita da una parte bassa in cui erano concentrati il nucleo abitato ed il porto con funzione sia commerciale che militare, e dalla parte alta, l’acropoli; di fronte alla collina, nell’attuale zona delle Mortelle, era la necropoli.
Partenope ebbe la sfortuna di conoscere un periodo di crisi, soprattutto commerciale, durante le lotte tra Etruschi e Cumani. Successivamente quando Ierone, tiranno di Siracusa, intervenne a favore di questi ultimi (474 a.C.), sconfiggendo la flotta etrusca ed obbligando i nemici all’abbandono definitivo del territorio campano, si ha la fondazione di Neapolis.

Fu così che all’inizio del V sec. a.C. i coloni si spostarono nella zona dell’attuale Centro Antico di Napoli fondando la cittadina di Neapolis (nel significato di “città nuova” in opposizione a Partenope). Essa assunse immediatamente un ruolo di predominio nel ristretto quadro politico del golfo, grazie anche alla sua posizione felice, difesa naturalmente da colline e da corsi d’acqua.
Intorno alla metà del V sec., Neapolis venne assoggettata politicamente ad una popolazione proveniente dall’area molisana, i Sanniti, che giunti quando il pericolo etrusco era già stato debellato, si unirono gradualmente all’elemento greco, occupando politicamente e militarmente l’area flegrea, pur concedendo a Neapolis la sua indipendenza. Era naturale che un popolo bellicoso come quello dei Sanniti dovesse trovarsi di fronte l’esercito romano, mossosi per bloccarne l’avanzata. Con la resa dei Sanniti (290 a.C.) e la fine delle guerre sannitiche, l’influenza romana crebbe fino a soppiantare la civiltà precedente. Nel 326 a.C. fu sancita la pace tra Neapolis e Roma, pace che si concretizzò in un trattato di alleanza, il Foedus Neapolitanum, grazie al quale Neapolis diventava lo sbocco sul mare per il popolo romano. In tal modo furono facilitati i traffici mercantili e marittimi, ma ne risentirono l’espansione territoriale e lo sfruttamento agricolo; inoltre la città fu obbligata a fornire navi e marinai a Roma in caso di necessità e di guerra. Nonostante ciò, la lingua, la cultura, gli usi ed i costumi rimasero greci. La notevole vitalità economica e commerciale è testimoniata, ad esempio, dalla vasta diffusione, in tutto il bacino del Mediterraneo, della ceramica cosiddetta “Campana A” (a vernice nera), prodotta in città.
Nel periodo della guerra civile, la prosperità economica di Neapolis divenne solo un ricordo: nell’82 a.C. gli abitanti si schierarono con Mario contro Silla cosicché i problemi economici dovuti a questa presa di posizione, non furono pochi, tanto che la classe mercantile (negotiatores) venne completamente distrutta. Con lo sviluppo dell’area portuale puteolana, i traffici si spostarono nella zona flegea e persino la flotta venne trasferita nei porti dei Laghi d’Averno e Lucrino e di Miseno. Così Neapolis continuò a vivere conservando esclusivamente le caratteristiche di centro di otium e di cultura, dove la forma mentis ellenica continuava a dominare. La ricchezza e l’amenità dei luoghi nei pressi della città, come Posillipo o il litorale di Chiaia, in età imperiale, permisero lo sviluppo di numerose ville cui provvedevano abili architetti, fabbri, lavoratori del marmo, artigiani del ferro e del legno. Per i vizi del turista, tra cui filosofi, studiosi, retori e politici, non mancavano fabbricanti di saponi, unguenti e rare essenze, come quella di rose o il finissimo profumo napoletano detto hèdrycum.
Con l'apertura del porto di Ostia più vicino a Roma, Puteoli passò in secondo piano e Neapolis colse l'occasione per una ripresa commerciale.
Con la generale crisi dell'Impero Romano nel corso del III secolo d.C., nonostante qualche lieve segno di vitalità, Napoli si riduce ad una piccola città sempre più stagnante.

Illustrazione del sito:

L'ubicazione della primitiva città di Partenope sul colle di Pizzofalcone, da sempre riportata dalla tradizione, ha trovato piena conferma nel 1949 col rinvenimento fortuito di una necropoli in via Nicotera. Lo studio delle sepolture e dei materiali dovette essere effettuato in condizioni di emergenza a causa della limitatezza di tempi e mezzi. I materiali ceramici raccolti erano prevalentemente di fattura cumana, segno della evidente grecità dell'insediamento. La necropoli fu attiva dalla metà del VII sec. a.C. alla metà del VI sec. a.C. con una ripresa alla fine del IV sec. a.C. Tale datazione ha fatto supporre la distruzione di Partenope alla fine del IV sec. a.C. con una successiva rioccupazione del sito, quando Neapolis era già stata fondata. Purtroppo nulla è sopravvissuto del primitivo insediamento. La stessa necropoli venne ricoperta dopo il recupero dei materiali, attualmente conservati al Museo Archeologico Nazionale. Da notare l'impianto viario regolare che potrebbe ricalcare quello antico.

Situazione attuale: Precario

IMMAGINI DEL SITO

L'area di Palepoli: A = abitato; B = necropoli

Torna alla pagina precedente

Non si assume alcuna responsabilità per eventuali difformità da quanto riportato in questa pagina