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SCHEDA INFORMATIVA A CURA DI ARCHEMAIL

Comune: PATTANO (Sa)
Sito archeologico: Resti di necropoli lucana
Ubicazione: Località Chiuse delle Grotte
Ente di riferimento: Soprintendenza Archeologica di Salerno
Modalità di visita: Visitabile con difficoltà
Cenni storici:

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Illustrazione del sito:

Un vecchio tratturo tagliato dalla moderna statale (ss 18) porta ad un declivio collinare che degrada dolcemente verso il corso del Badolato; la zona, ricca di acque e di splendida vegetazione, è situata in una posizione strategica lungo la direttrice naturale che mette in comunicazione Velia con la Civitella di Moio (20 km. circa). Questa felice situazione ambientale determinò, quasi certamente, l'impianto di un nucleo abitato di un certo rilievo che le evidenze archeologiche individuate datano tra il IV ed il III sec. a.C. La particolarità del sito archeologico di Pattano - Chiuse delle Grotte consiste nella possibilità di vedere una necropoli lucana di tipo monumentale, del tutto eccezionale in questo comprensorio interno ed ancora perfettamente recuperabile alla fruizione del pubblico. La necropoli presenta un'articolazione complessa con due diversi tipi di sepolture ed un'area attrezzata tutt'intorno, forse funzionale allo svolgimento dei riti funebri.
Le sepolture scavate, infatti, non sono semplici fosse coperte da un tumulo di terreno, ma sono realizzate in blocchi di pietra arenaria, accuratamente tagliati e messi in opera: sono "tombe a camera", con la camera sepolcrale a pianta rettangolare e copertura in blocchi di pietra a doppio spiovente; vi si accede attraverso uno stretto corridoio e l'ingresso è sormontato da un architrave monolitico e chiuso da un lastrone unico. Le pareti della camera dovevano, in origine, essere intonacate e forse dipinte, mentre tutto il monumento era parzialmente interrato. Di questi monumenti funerari ne sono stati portati alla luce cinque che consentono una lettura perfetta della struttura architettonica. Accanto a queste monumentali tombe a camera si dispongono le più numerose sepolture "a cassone", costruite anch'esse con blocchi di pietra arenaria ben tagliati e squadrati e copertura a doppio spiovente, ma prive del corridoio di accesso e le tombe "a cappuccina" realizzate con tegole, appoggiate a spiovente le une alle altre, a formare così un vano triangolare a protezione del morto deposto in una fossa. La semplicità della struttura e della tecnica costruttiva adottata implica un modo povero di seppellimento, maggiormente diffuso rispetto alle più dispendiose tombe a camera o a "cassone". Gli oggetti del corredo di accompagno recuperati - molte sepolture sono state depredate - consentono di datare la necropoli tra il IV ed il III sec. a.C. L'abitato relativo al complesso sepolcrale è posto a monte, in una radura non ancora indagata a fondo ma dove sono stati individuati il crollo di un edificio e tutta una serie di canalette certamente funzionali alle abitazioni. La comunità che occupa la zona è chiaramente lucana ed i raffronti più vicini, sia per la tipologia delle sepolture che per la varietà degli oggetti di corredo, sono nella Paestum lucana dove diventa quasi una costante la volontà di segnare il prestigio sociale ed economico nella architettura monumentale di una sepoltura "a camera". La comunità lucana, che si stabilisce in questa parte del territorio alle spalle di Velia, utilizza le risorse agricole, le vie di comunicazione e trae la propria ricchezza, ben manifestate nella necropoli, dall'attività di legnatico; il legno, ricavato delle ricche foreste circostanti, viene inviato a Velia dove è necessario soprattutto per la costruzione delle potenti navi, sfruttando la corrente dei fiumi Badolato e Palistro, la cui portata d'acqua era in antico ben più consistente di quella attuale .

Note:  

IMMAGINI DEL SITO

 

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