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Comune: PIANA DI MONTE VERNA (Ce)
Sito archeologico: Resti di ville romane
Ubicazione: Le fortificazioni sono sulle alture che circondano il paese; i resti romani sono nei pressi di Santa Maria a Marciano
Ente di riferimento: Soprintendenza Archeologica di Napoli e Caserta
Modalità di visita: Liberamente visibili
Cenni storici:

Le prime tracce databili di occupazione stabile del territorio pianese risalgono al IV-III secolo a.c. e, precisamente, al periodo cosiddetto "Sannitico", quando, sulle montagne che delimitano la valle del Medio Volturno dalla retrostante regione del Sannio, furono edificate vere e proprie opere fortificate. 

Il territorio pianese, dal quale Caiatia trasse per lunghi secoli raccolti agricoli, costituisce la parte meridionale dell'Ager Caiatinus che, tra il 133 ed il 121 a.C., fu interessato da un'operazione di centuriazione attribuita, dagli autori dei Liber Coloniarum, all'iniziativa graccana.
Come era nella logica insediativa romana, l'urbanistica venne sviluppata nella zona pianeggiante del comprensorio caiatino, cioè nel territorio pianese, più adatto ai traffici carrabili ed alle caratteristiche tipiche degli insediamenti capitolini.
La pace conosciuta durante la dominazione romana diede nuovo impulso ai traffici ed ai commerci con la conseguente massiccia frequentazione della 'Via Consolare" che, attraversando da Est ad Ovest il territorio pianese, collegava la città di Caiatia a quella di Capua, dove si ricongiungeva alla Via Appia che a sua volta permetteva di raggiungere la capitale dell'Impero.
Lungo la Via Consolare, che attualmente possiamo individuare in quel tratto di strada statale che dal Bivio di San Vittore conduce a Santa Maria Capua Vetere, sono venute alla luce colonne miliari con epigrafi inneggianti a consoli e ad imperatori di Roma ed indicanti distanze tra Caiatia e Capua nonché ruderi di terme e di ville appartenute a famiglie patrizie romane.

Illustrazione del sito: LE FORTIFICAZIONI SANNITICHE

Le più piccole, che si trovano in posizione particolarmente favorevoli per il controllo di una vasta area, sono da ritenersi degli osservatori fortificati, mentre le altre, di dimensioni superiori (come appunto quella di Monte Santa Croce) con elementi costruttivi più complessi ed evidenti tracce di vita all’interno delle mura, oltre alla funzione di controllo, costituivano, in caso di necessità, centri di raccordo e di rifugio per la popolazione sparsa sul territorio circostante.
L’opera fortificata di Monte Santa Croce rientra, infatti, in un preciso piano tattico-militare messo a punto dai sanniti, concretizzato con l’occupazione di Caiatia e la creazione nell’Agro Caiatino di centri fortificati (Monte Alifano, Monte Santa Croce, Monte Cognolo, Monte Caruso e Monte Pizzola) allo scopo di realizzare un sistema difensivo difficilmente espugnabile che assicurava il controllo sulle vie di penetrazione al Massiccio Trebulano ed il dominio sulla piana del Volturno. Il Centro fortificato di Monte Santa Croce sorge ad una quota di 580 metri s.l.m. e presenta, ancora oggi, una cinta poligonale, che si estende fino al Vallone del Cimitero comprendendo anche l’intera cima 518, detta Monte Cognolo.
La conformazione orografica del suolo fu probabilmente la causa della forma grossolanamente ovoidale della murazione esterna, estremamente valida dal punto di vista funzionale in quanto rendeva più facile il controllo della situazione generale, mentre la continua convessità del paramento volto al nemico ne incrementava la resistenza e la stabilità.
Sul lato Sud la murazione conserva la particolarità di essere doppia e realizzata con blocchi poligonali di calcare, dalla superficie abbastanza regolare.
Il materiale di cui è costruita la cortina fu sicuramente cavato sul posto, visto che, in vari punti, affiora la roccia e che il trasporto di materiale da località vicine sarebbe risultato difficoltoso oltreché faticoso.
Sulla cima 518, all'interno del muro, corre un camminamento largo circa 3 m., ricavato nel breve pendio roccioso che corrisponde alla tipica strada-terrapieno-terrazza, esistente all'interno della cartine murarie sannitiche, fungeva da strada al servizio degli abitanti e forse aveva anche un significato sacrale.
Nella zona più alta del sito sorge un'acropoli fortificata, il castello apicale, che è separato dalla cinta vera e propria da una terrazza, una sorta di corridoio ad anello largo dai 6 m. nel punti più stretti agli 11 in quelli più larghi.
All'interno delle mura esistevano sicuramente abitazioni: lo dimostra il ritrovamento di frammenti di tegole, comuni tra l'altro agli altri oppida, che fanno pensare all'esistenza di costruzioni molto semplici.
Se l'epoca di fondazione del centro fortificato di Monte Santa Croce è incognita, ancora più sconosciuta è la data in cui il sito fu abbandonato, anche se molto probabilmente perì in seguito alle guerre sannitiche ed alla conseguente occupazione romana. Sul posto non è stato rinvenuto materiale di epoca imperiale sicché è probabile che prima di questa epoca l'abitato fosse deserto ed il territorio, insieme con la sottostante pianura, annesso a quello di Caiatia.

I RESTI ROMANI

Lungo la Strada Statale 87 Sannitica, vicino al cimitero comunale, sono i resti della villa appartenuta alla famiglia Marciano, imparentata con il pretore Gavio, la cui esistenza è oggi testimoniata dal cippo sepolcrale inglobato nella mura della chiesa di S. Maria a Marciano. La breve epigrafe, corrosa ormai dal tempo e dagli agenti atmosferici, prova che il cippo sepolcrale era stato innalzato a Cecina Marciano, morto all'età di 10 anni, 10 mesi e 12 giorni, dal padre Cecina Giocondo.
Pochi metri separano il sepolcro dal luogo in cui furono ritrovati, con gli scavi del 1882, due piccole vasche in mattoni e le tracce di una conduttura d'acqua, relative ad un edificio termale, la cui ristrettezza permette di affermare l'appartenenza alla villa Marciano.
A poche centinaia di metri da questa villa, in prossimità della "Via Consolare" (tra Capua e Caiatia), sono i resti di quello che storici locali definirono il monumento sepolcrale del grande console e dittatore romano, Aulo Attilio Caiatino. Contrariamente a quanto vuole la tradizione, sempre gelosa custode delle più sacre ed illustre memorie patrie, scavi del 1991 hanno dimostrato che tali resti non sono altro che avanzi di una cisterna pertinenti sicuramente ad una villa.

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