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SCHEDA INFORMATIVA A CURA DI ARCHEMAIL

Comune: POZZUOLI (Na)
Sito archeologico: Terme di Nettuno e Ninfeo di Diana
Ubicazione: Via Terracciano
Ente di riferimento: Soprintendenza Archeologica di Napoli e Caserta
Modalità di visita: Visibile dall'esterno
Cenni storici:

Vedi scheda Anfiteatro Flavio.

Illustrazione del sito:

Le "Terme di Nettuno" erano conosciute erroneamente come "Tempio di Nettuno": si tratta dei ruderi di un imponente complesso termale, il più grande e monumentale dell'antica Puteoli, disposto su più livelli lungo il pendìo della collina con il prospetto rivolto verso il porto, quasi a voler stupire il viaggiatore proveniente dal mare con un grandioso effetto scenografico.
L'impianto, eretto nella prima metà del II sec. d.C. (come confermano i bolli adrianei rinvenuti in sito), in epoche successive fu oggetto di vari interventi di restauro, documentati fino al IV d.C.
Le terme erano a pianta assiale, con un percorso, cioè, che seguiva la successione calidarium-tepidarium-frigidarium-natatio. Attualmente sono per la maggior parte interrate; i resti in proprietà Lubrano si riferiscono ai livelli superiori e alla parte posteriore dell'edificio, relativa all'area del frigidarium. Le due massicce cortine murarie, lunghe m. 60 e alte m. 16 ca., appartengono alla parete di fondo degli ambienti freddi; originariamente chiusa al centro da una grande abside, essa era scandita da numerose nicchie, fregi e archi di passaggio.
Entrati nell'area del frigidarium, si scorgono i resti di una serie di ambienti disposti sui due lati dell'abside; essi avevano volte alternate a botte e a crociera ed erano decorati da mosaici. Dall'attuale livello di calpestio, lungo i muri, sporgono le sommità di arcate e volte degli ambienti sottostanti. Le strutture a valle, relative agli ambienti caldi, non sono visitabili in quanto coperte da strutture moderne o danneggiate da crolli.
All'interno del civico 102 di via Pergolesi si possono ancora osservare, in discreto stato di conservazione (ma in condizioni disagevoli per la visitabilità), i praefurnia. Il notevole dislivello tra questi resti e quelli di via Terracciano dà la misura dell'estensione delle terme e dei salti di quota esistenti fra le terrazze su cui erano dlsposte.
La pianta e i percorsi interni si ispirano al modello formatosi a Roma sulle terme di Tito e applicato anche alle Terme di Traiano. Dal punto di vista più generale della monumentalità e dell'imponenza, il complesso puteolano rispetta puntualmente i canoni dell'architettura termale di II-III secolo, intesi, quale che fosse la tipologia della pianta, a realizzare effetti di scenografica grandiosità.
Di fronte alle Terme di Nettuno, alle spalle del n. civico 21 di via Terracciano, sono visibili gli imponenti ruderi del Ninfeo di Diana. L'edificio, che deve il suo nome al ritrovamento in sito di una statua della dea, era forse collegato funzionalmente alle vicine terme.
Rimasto sempre in vista, costituì uno degli elementi caratteristici del paesaggio puteolano, oggetto di numerose raffigurazioni di incisori e vedutisti, dalle quali risulta la sua precoce rovina.
Il ninfeo, costruito in opera laterizia (fine II-inizi III sec. d.C.), presentava il perimetro esterno rettangolare con il lato breve, in cui si apriva l'ingresso, concavo. La sala interna, a pianta circolare, era illuminata da ampi finestroni. Ben conservati risultano oggi solo il basamento circolare e parte dell'alzato con evidenti restauri moderni.
Nel 1922, uno scavo condotto nei pressi portò alla luce i resti di un tempietto prostilo, a quattro colonne, della stessa epoca del ninfeo. Parte della ricca decorazione architettonica (architrave, capitelli ecc. ) è visibile nel lapidario dell'Anfiteatro Maggiore.

IMMAGINI DEL SITO

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