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Comune: RAVISCANINA (Ce)
Sito archeologico: Resti romani
Ubicazione: Il bosco è raggiungibile percorrendo la S.S. 158 verso Pratella girando poi a destra di fronte al bivio che conduce alla diga sul Volturno, si prosegue quindi per circa 600 mt. e si imbocca sulla sinistra la deviazione che porta all'interno del bosco, percorrendo un sentiero per pochi minuti.
Ente di riferimento: Soprintendenza Archeologica di Napoli e Caserta
Modalità di visita: Liberamente visibili
Cenni storici:

Grazie alla presenza di caratteristiche grotte, particolarmente adatte ad accogliere le comunità dell'uomo preistorico, probabilmente, fin dal secondo millennio a.C., qui ci furono insediamenti di popolazioni preindoeuropee e mediterranee; infatti sono numerosi gli oggetti preistorici ritrovati come selci lavorate e ceramiche della media e tarda età del bronzo. Dopo la seconda migrazione indoeuropea, i Sanniti si stabilirono nel territorio di Rupecanina, dovendosi "accontentare" della dorsale appenninica, dato che le pianure erano già state occupate dai Latini. Nel 326 a.C., i Romani riuscirono a conquistare i centri Sanniti di Allifae, Callifae e Rufrium. In seguito alla distruzione dell'abitato, gli abitanti di Rufrium, si stanziarono in una parte più elevata dei monti vicini, divenendo così uno dei tanti villaggi di Alife. Secondo l'ipotesi più accreditata, l'antica denominazione Rupecanina è dovuta all'appartenenza del territorio alla famiglia romana Canina, secondo la consuetudine in base alla quale i territori prendevano il nome dei loro proprietari. Sotto il dominio romano, la pace regnò fino alla prima metà del I secolo a.C., quando Lucio Cornelio Silla conquistò il Sannio deportando gran parte del popolo in Africa e in Spagna. Il territorio fu diviso tra sette potenti famiglie che vi edificarono le loro ville, i loro sepolcri, corredando il tutto con iscrizioni scolpite nella pietra. Ed è di questo periodo, il più fiorente per la pianura alifana, che va sino al I secolo D.C., la realizzazione di palazzi e monumenti religiosi di dignitosa architettura di cui sono testimonianza i resti delle ville romane nelle varie contrade e le numerose epigrafi presenti sul territorio. Successivamente al crollo dell'Impero romano, nella zona si stanziarono gli Ostrogoti, La presenza maggiore fu, però, quella dei Longobardi che qui si stabilirono dal VI all'XI secolo.

Illustrazione del sito: Nel bosco comunale, ai confini con il comune di Ailano, sono osservabili ruderi risalenti ad epoche differenti. I ruderi, circondati da una fitta vegetazione, formano due strutture sovrapposte, delle quali la prima si suppone che sia una Statio romana di epoca imperiale, mentre quella sovrastante è, forse, la medievale chiesa di S. Pietro in Cervaro. Nello stesso bosco, ma in proprietà privata e in un punto di difficile accesso, si trovano anche resti di un Acquedotto Romano.

IMMAGINI DEL SITO

 

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