Cenni storici: |
All’estremo lembo
orientale dell’agro - nolano, a ridosso degli ultimi declivi della collina
di Cicala ed aperto sulla vasta Pianura Campana dominata dal Vesuvio, spunta
lo strategico comune di San Paolo Belsito. La sua posizione geografica ha da
sempre consentito ottimi collegamenti con la pianura e con le zone interne;
ha permesso inoltre una presenza insediativa in epoca preistorica, ellenica
e romana. Come attestano i recenti ritrovamenti (dicembre 1995), il comune
di San Paolo ha origini molto antiche; sembra infatti che l’area
dell’abitato attuale fosse già popolata dall’età del bronzo antico (XVII-
XVIII secolo). Il luogo del rinvenimento godeva di una posizione strategica,
dato che da lì si riuscivano a tenere sotto controllo diverse vie di
collegamento tra l’Agro Nocerino, la costa ed il lato interno dell’Irpinia.
Gli scavi hanno portato alla luce molto materiale, tra cui: tombe ed
iscrizioni sepolcrali in località Vigna, resti di un tempio italico (VI- III
secolo a.C.) e varie suppellettili (vasetti, unguentari, statuette votive…)
in fine ceramica a “vernice nera”, a testimonianza di un santuario campestre
lungamente frequentato fino alla seconda metà del IV- II secolo a.C..
Dell’epoca romana è rimasta la struttura muraria di una splendida Villa
rustica di età repubblicana (I- II secolo a.C.) formata da più ambienti
(solo pochi dei quali sono emersi), un’epigrafe osca ed una lapide latina in
cui sono riportati una trentina di nomi, quali quelli di consoli presenti a
San Paolo tra il 29 ed il 33 a.C. Gli scavi archeologici hanno inoltre
portato alla luce gli scheletri di un uomo e di una donna della facies di
Palma Campania, morti tragicamente durante quell’eruzione del Vesuvio detta
“Pomici di Avellino” (per la direzione dei lapilli vulcanici), risalente al
periodo del bronzo antico (1880- 1680 a.C.). Questi ennesimi ritrovamenti
non hanno fatto altro che confermare la tesi di una presenza umana sul
territorio in epoche protostoriche. San Paolo nacque in età medioevale come
borgo rurale, con molta probabilità fu costruito tra il XII ed il XIII
secolo da quegli abitanti che scesero dalla vicina Cicala per stabilirsi in
piena pianura campana. Le Rationes decimarum Italie (registri delle tasse
che le chiese locali pagavano alla chiesa di Roma) del 1308 - 10 e del 1324
ci hanno permesso di stabilire che nel Trecento in San Paolo esistevano due
grossi agglomerati, ognuno con annessa la propria chiesa: quello ad Oriente
con la parrocchia di S. Prima (in contrada Santariello, lungo il viale per
Liveri) e quello ad Occidente con il tempio dedicato a San Paolo I Eremita
(al quale si deve il toponimo del sito). I successivi addensamenti
residenziali tesero a ricongiungere le due parrocchie prima lungo le pendici
del monte Cicala, poi in una zona lungo la strada che da Liveri conduce a
Nola. Il nome del paese appare per la prima volta nel 1233, in un atto
notarile del Registro di Montevergine. San Paolo fu uno dei sedici Casali di
Nola ed in quanto tale le sue vicende storiche, politiche, economiche e
sociali furono direttamente influenzate da essa.
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Illustrazione del sito: |
Il sito riveste notevole interesse per la sua
posizione dominante a controllo sia della via per Nola sia della via che
attraversava le zone collinose di Lauro fino a raggiungere la valle del
Sabato. La prolungata occupazione della collina è documentata dal
rinvenimento sulla sua sommità di una villa, di un santuario
ellenistico-romano e di un villaggio dell’età del Bronzo finale (XI-X secolo
a .C.). Sul margine orientale della collina è localizzata la villa rustica
di epoca repubblicana che si estendeva su una superficie molto vasta. Le
strutture murature visibili, in pietrame calcareo irregolare, delineano un
gruppo di sei ambienti e sono conservate per un’altezza massima di circa 60
cm con tracce di intonaco rilevabili in più parti. Resti di un livello
pavimentale in cocciopesto sono stati messi in luce nella parte occidentale
del saggio di scavo, dove si legge anche la tecnica costruttiva del
pavimento: su una base di allettamento in pietrame calcareo è il massetto in
conglomerato cementizio, sul quale è posto in opera il cocciopesto, composto
da frammenti fittili e malta fine ben battuta. Nel lato sud-est della villa
è stato individuato un pozzo di aerazione pertinente ad una galleria
collegata ad un sistema di cisterne con andamento nord-sud. Sia le pareti
del pozzo che della galleria sono rivestite da uno spesso strato di intonaco
idraulico ben conservato. Vicino sono altri tre pozzi di aerazione
pertinenti ad un secondo cunicolo di acquedotto, dal cui svuotamento si è
recuperata preziosa ceramica aretina Su tutta l’area del poggio è sui pendii
si è rinvenuta ceramica a vernice nera di epoca ellenistico - romana insieme
a monete di bronzo. La presenza di frammenti di unguentari e di statuette
faceva ipotizzare l’esistenza di una o più stipi votive riferibili ad un
santuario campestre, le cui tracce sono testimoniate dal rinvenimento di una
vasta fossa di scarico, che ha restituito elementi decorativi architettonici
e materiale votivo (coroplastica, ceramica a vernice nera, monete). Un
frammento di lekythos a figure rosse fa risalire almeno alla seconda metà
del IV secolo a.C. la frequenza del santuario. Dove il poggio mostra un
netto salto di quota si rilevano tracce di una cinta fortificata della tarda
età del Bronzo, periodo a cui si riferiscono i ritrovamenti di materiali
ceramici di impasto avvenuti in più settori dell’area collinare, dove è da
ubicarsi un villaggio capannicolo distrutto dalla costruzione della villa
rustica romana. |