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Comune: BAIA (Na) - frazione del comune di Bacoli
Sito archeologico: Villa romana nel Parco monumentale
Ubicazione: Via Bellavista
Ente di riferimento: Soprintendenza Archeologica di Napoli - Ufficio scavi di Bacoli (Via Castello n. 39 - tel.0815233797) - Ente gestore: WWF
Modalità di visita: Il parco è aperto dalle 9 ad un'ora prima del tramonto
Cenni storici:

Vedere la scheda sul Parco archeologico

Illustrazione del sito: Nel settembre del 1998 la Soprintendenza Archeologica di Napoli e Caserta ha aperto al pubblico sulla sommità della collina di Baia una nuova area archeologica, la cui tutela ha avuto una lunga e travagliata storia, iniziata negli anni trenta, che ha visto in più di un'occasione la sua restituzione ai privati, ma che, finalmente, si è conclusa nel migliore dei modi. Si tratta della parte di collina, estesa per circa 14 ettari, da sempre nota come Parco Monumentale, per la presenza di imponenti resti archeologici affioranti, alcuni dei quali inglobati entro case coloniche ed usati come cellai, che ne hanno assicurato la conservazione fino ai nostri giorni. Al suo interno alcuni scavi hanno messo in luce strutture pertinenti ad un edificio di villa tardo-repubblicana nella quale si sono riconosciute quattro principali fasi
cronologiche, a partire dagli inizi del II sec. a.C. fino ad almeno il III
sec. d.C.
Alla I fase, la più antica, appartengono murature in opera pseudo-poligonale, costituita da blocchi di tufo grandi ed irregolari, legati da malta terrosa, che sono le più antiche testimonianze edilizie finora documentate a Baia, essendo databili in un momento iniziale del II
sec. a.C. Esse sono riferibili ad una basis villae, cioè al basamento di
fondazione di un edificio, probabilmente una delle tante ville documentate nelle fonti a Baia in epoca repubblicana, appartenute a famiglie dell'aristocrazia romana. Purtroppo i resti di questo antico edificio sono stati gravemente danneggiati dall'installazione, durante l'ultima guerra, di due batterie per contraerea, una delle quali fatta esplodere, con risultati devastanti documentati durante lo scavo.
In un'epoca di poco successiva, al lato ovest della basis villae di I fase
furono addossati due ambienti in grossi blocchi più regolari probabilmente con funzione di camera di contenimento. In un momento ancora successivo (seconda fase), forse a causa di una distruzione dovuta ad un incendio, di cui resta traccia in stratigrafia, sui resti di questo edificio fu costruita la villa tardo-repubblicana che occupa tutta questa parte di collina. Questo grande edificio presenta resti murari in opera quasi reticolata in cubilia di tufo, che consentono una datazione nell'ambito del I sec. a.C. La parte di villa che si è sovrapposta al nucleo più antico di I fase presenta resti di ambienti, in uno dei quali si conserva il nucleo di preparazione di un pavimento, con l'impronta di lastre di marmo disposte diagonalmente.
La terza fase è costituita dalla trasformazione di ambienti della fase precedente e dall'aggiunta di una serie di cisterne, una delle quali, costruita su uno dei primi livelli di terrazzamento del versante ovest, è
stata inglobata in una masseria colonica e riutilizzata come cellaio. La presenza di tante cisterne che per la tecnica edilizia (opera cementizia) e le evidenze stratigrafiche si datano nel I sec. d.C. è da mettere probabilmente in rapporto con la costruzione dell'acquedotto del Serino, un tratto del quale ancora si conserva poco lontano, presso la Sella di Baia, quando tutte le residenze tardo-repubblicane, compresa dunque la nostra, passarono al demanio imperiale, che le inglobò nei nuclei residenziali del Palatium.
La IV fase, che non è stata oggetto di alcuna indagine archeologica in
profondità, consiste in un ampliamento di ambienti nel versante ovest. Si sono conservati resti di strutture di contenimento in opera cementizia, addossati ad un lato della basis villae di 1 fase e due ambienti con volta a botte sui quali poggia una platea. Su di essi spiccano due pilastri in laterizi. A tali strutture, probabilmente di età severiana, sono pertinenti resti pavimentali di grosso spessore ritrovati in posizione di crollo, che suggeriscono un impianto di notevoli proporzioni.
Benché il complesso archeologico finora descritto sia stato scavato solo in minima parte, sono comunque possibili alcune considerazioni.
La posizione topografica ed i resti di rivestimenti decorativi rinvenuti
inducono ad interpretare l'edificio fin dal suo impianto (I fase) come un
complesso a destinazione residenziale. Esso, intorno alla metà del I sec. a.C. (Fase II) assume un'imponente estensione, caratterizzata da
un'articolata planimetria a terrazzamenti rivolti sia verso il versante
baiano, sia verso quello opposto cumano.
Sembra dunque molto probabile che il complesso archeologico indagato, per la cronologia verso la metà del I sec. a.C., la posizione dominante i golfi sottostanti, l'eccezionale estensione e la presenza di murature e decorazioni di I sec. a.C., possa identificarsi con la villa baiana di Giulio Cesare. la cui frequentazione può essere suddivisa in almeno quattro fasi dal II secolo a.C. al II secolo d.C. Una delle fasi (I secolo a.C.) è stata attribuita alla villa di Giulio Cesare.
Situazione attuale: Discreta

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