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SCHEDA INFORMATIVA A CURA DI ARCHEMAIL

Comune: CASALBORE (Av)
Sito archeologico: Tempio italico
Ubicazione: Località Macchia Porcara, tra Via Gramsci e Via Matteotti
Ente di riferimento: Soprintendenza Archeologica di Salerno - Ufficio scavi di Ariano Irpino (Via Anzani n. 8 - tel.0825824839)
Modalità di visita: Liberamente visibile dall'esterno; per l'accesso rivolgersi all'ufficio scavi
Cenni storici:

Vedere la scheda generale.   

Illustrazione del sito: Si tratta di un tempio di un tipo molto diffuso in ambiente medio-italico, che rappresenta l’unico edificio templare di età sannitica meglio conosciuto finora in Irpinia. I resti dell’edificio religioso, costruito su un’ampia terrazza nelle vicinanze di una copiosa sorgente acquifera e dedicato, con molta probabilità, al culto di una divinità femminile, sono situati tra via Gramsci e via Matteotti. Si tratta di un tempio orientato nord-sud, con cella quasi quadrata, dalla porta non molto larga (di cui rileva la fondazione della soglia) tra due ali simmetriche i cui muri esterni, in blocchetti calcarei cementati con argilla, si prolungano fino alla fronte, terminando con ante tra le quali restano le tracce di sei colonne lignee, mentre altre due erano negli assi dei muri della cella, ai quali erano appoggiate altrettante ante, per sostenere il tetto della pars antica della struttura templare. Al tempio si accedeva attraverso una gradinata che incorporava due fontane, con ampie vasche alimentate dalla vicina sorgente tramite una tubatura di piombo tra le più antiche conosciute in Italia. L’interno dell’edificio era pavimentato in cocciopesto, con motivi a losanga in tessere di pietra calcarea, e le pareti erano decorate da un falso bugnato in stucco, dipinto nel cosiddetto “1° stile” pittorico a zone di colori diversi. Il tetto, infine, con tegole piane di notevoli dimensioni a ceppi curvi, aveva in senso assiale un kalypter hegemon, con triplice costolatura alle giunture. Nell’area antistante il tempio sono comparsi anche i resti di un portico e d’altri ambienti. Distrutto e abbandonato nel corso della guerra annibalica (217 a.C.), il santuario si trovava su una delle principali arterie di traffico dell’antichità, a pochi metri dal passaggio del tratturo Pescasseroli-Candela. Dalla sua stipe votiva si sono recuperate una grande quantità di terrecotte figurate, in frammenti, e parti di statuette di tipi di tanagrine, di maschere femminili, databili tra fine IV e III secolo a. C. Abbondante è la ceramica a vernice nera e acroma. Tra gli oggetti metallici, numerose sono le fibule di bronzo di piccole dimensioni, con staffa alta, munita di apofisi e molla talvolta a balestra, databili al IV sec. a. C. 
Situazione attuale: Precaria

IMMAGINI DEL SITO

 

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