Il Museo delle Macchine Agricole "Carlo Santini" a Portici

Ettore Di Caterina

Il Museo delle Macchine Agricole ”Carlo Santini” è ubicato nell'Istituto di Meccanica Agraria dell'Università di Napoli Federico II in Portici (Via Università, 100). Si tratta di un piccolo gioiello museale pressoché misconosciuto che, nella splendida cornice di sei ampi saloni al piano terra della Reggia di Portici consente, o meglio, consentirebbe, se non si trovasse nello stato di abbandono in cui invece versa, di ripercorrere il cammino della prima rivoluzione industriale dall’insolito punto di vista della meccanizzazione dell’agricoltura.
Oltre che per l’indubbio valore scientifico e storico, il museo è in grado di affascinare il visitatore anche per la curiosità e l’originalità di gran parte dei macchinari esposti, tra i quali rientra il c.d. “Maneggio a piano inclinato”: un motore che, risalendo alle primissime fasi della meccanizzazione dell’agricoltura era azionato, invece che dal vapore, dall’energia muscolare di uno o più cavalli. L’animale che doveva fornire la forza motrice era introdotto in una gabbia di legno pavimenta con un pianale mobile. Quando si voleva “mettere in moto” era sufficiente inclinare la gabbia verso la parte posteriore, il cavallo, sentendosi scivolare all’indietro, cominciava ad avanzare determinando lo scorrimento del pianale collegato ad una puleggia. Quest’ultima era connessa, a sua volta, a vari tipi di macchine operatrici.

La comparsa dei primi motori termici nelle produzioni agricole è degnamente rappresentata da una “Macchina Locomobile” del 1887. Si tratta di una caldaia a vapore, montata su telaio con ruote, in grado di assolvere, con maggiore efficienza, lo stesso lavoro per cui era impiegato il Maneggio a piano inclinato, cioè l’azionamento di altre macchine come la sfogliatrice-sgranatrice esposta nello stesso museo (anno 1899).

Le locomobili, tuttavia, erano macchine molto costose che ebbero qualche difficoltà di affermazione. Al riguardo suscita una certa divertita impressione la mancanza di lungimiranza di alcuni operatori dell’epoca, certi che il futuro della meccanizzazione agricola fosse nel Maneggio a piano inclinato: << … e’ certo che i maneggi a piano inclinato non rimpiazzeranno la macchina a vapore nei grandi complessi industriali, ma io credo che si possa affermare che essi lo faranno vantaggiosamente nella piccola e media coltivazione le cui attrezzature non sono, sfortunatamente, molto perfette. Si tratta di un motore molto conveniente per le piccole imprese di trebbiatura … >> (M. Ringellmann, brano tratto da un suo rapporto alla Sociètè Nationale d’Agriculture).