LE CAMPAGNE DI SCAVO A MONDRAGONE (CE)
Le vicende di una serie di
campagne di scavo e di nuove realizzazioni archeologiche nell'antica
Sinuessa
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Dallo
scorso mese di settembre è in corso la nona campagna di scavo nella
grotta di Roccia San Sebastiano in località Incaldana, condotta, con il
contributo finanziario del Comune di Mondragone, dall’Università di Roma
“Sapienza” in regime di concessione da parte della Soprintendenza
archeologica delle Province di Salerno, Avellino, Benevento e Caserta.
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La Grotta di Roccia San
Sebastiano |
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Particolare del livello
Gravettiano (23000 anni fa circa) |
Lo scavo di
questo anno, che terminerà verso la metà di Ottobre, ha permesso di
ampliare l’esplorazione dei livelli più antichi del Paleolitico
superiore, al di sotto del livello Gravettiano datato a circa 20.000
anni fa. La sequenza messa finora in luce dimostra, in modo sempre più
evidente, la continuità e l’intensità della frequentazione preistorica
dell’area del Comune di Mondragone e delle pendici del Monte Massico.
Al
di sotto dei livelli già noti fino al 2008, è stato possibile accertare
la presenza di un importante livello con resti di fauna e manufatti
litici attribuibili alla cosiddetta cultura Aurignaziana, che si colloca
in Europa agli inizi del Paleolitico superiore, con datazioni, in altri
giacimenti italiani, intorno a circa 30.000 anni fa.
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Industria litica gravettiana
(23000 anni fa circa) |
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Sepoltura sconvolta di bambino
dal livello gravettiano (23000 anni fa circa) |
"Si tratta di un risultato sorprendente" commenta entusiasta l'Assessore
alla Cultura Antonio Taglialatela "che premia la volontà di incrementare
le risorse per gli scavi a partire dall'anno 2008."
La scoperta certamente più significativa di questa campagna di ricerche
è stata tuttavia quella relativa all’esistenza di un livello ancora più
antico, approssimativamente databile tra 45.000 e 50.000 anni fa,
caratterizzato da un notevole ricchezza di manufatti riferibili al
Musteriano, la cultura che precede l’arrivo in Europa dell’Uomo moderno.
La scoperta e lo scavo in corso di questo livello documentano la
presenza di gruppi umani Neandertaliani, la specie che popolò l’Europa e
parte dell’Asia, tra circa 200.000 anni fa fino a poco meno di 30.000
anni fa.
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Punte d'osso dai livelli
aurignaziani (30000 anni fa circa) |
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Resti di fauna dai livelli
aurignaziani (30000 anni fa circa) |
"Con
questa scoperta cambia la storia di Mondragone e la preistoria dell'Alta
Campania." commenta il Sindaco Achille Cennami "Mondragone diventa terra
di uomini Neandertaliani e i prossimi anni possono essere ricchi di
ulteriori importanti scoperte. Ci troviamo di fronte a reperti che non
hanno valore commerciale ma un grandissimo valore scientifico,
trattandosi di reperti in pietra e in selce. Il Museo Civico
Archeologico "Biagio Greco" si conferma essere una punta di eccellenza
nel campo dei Beni Archeologici, grazie anche all'intensa collaborazione
della Soprintendenza Archeologica e la direzione del dottor Luigi
Crimaco"
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Particolare della campagna di
scavo 2009 |
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Industria musteriana
(50000-45000 anni fa circa) |
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Sono stati avviati
a Mondragone (CE) i lavori del primo parco archeologico cittadino
denominato "La Starza". Primo esperimento del suo genere in tutta la
provincia di Caserta, il Parco Archeologico viene finanziato totalmente
con fondi comunali e sarà gestito dal Museo Civico Archeologico "Biagio
Greco", diretto dal dott. Luigi Crimaco.
"Questa Amministrazione Comunale si sta caratterizzando da anni" afferma
l'assessore alla Cultura Giovanni Schiappa "per una azione reale,
continua e a largo raggio sulla valorizzazione e fruizione dei beni
archeologici e culturali. Le molteplici azioni intraprese hanno dato
spessore e credibilità alla volontà di questo assessorato di dare spazio
e visibilità alle numerose testimonianze del nostro passato. Complessa e
lunga è stata la gestione di questo progetto, ma finalmente a breve i
cittadini di Mondragone potranno beneficiare di un parco archeologico
che sarà anche una area verde fruibile liberamente".
Il Parco nasce tra
il plesso scolastico del III Circolo Didattico, via Duca degli Abruzzi e
via Vecchia Starza. L'area è stata oggetto di una campagna di scavo
sistematica da parte della Soprintendenza archeologica di Napoli e
Caserta tra la fine degli anni 90 e l'inizio del 2000 che ha permesso di
mettere in luce diverse sepolture italiche con corredi funerari (oggi in
custodia presso la stessa Soprintendenza), una fornace intatta, due
cisterne, un tratto di strada lastricata in pietra molto probabilmente
il prosieguo del diverticolo messo in luce all'altezza dell'Antica Via
Appia che dista, in linea d'aria, pochi centinaia di metri. E' stato
inoltre meglio evidenziato il grande manufatto archeologico, da sempre
visibile, ma non ancora oggetto di indagine sistematica.
I lavori, diretti dall'architetto Cecilia Cerqua ed affidati alla
ditta COSEDO di Capua, vedranno la predisposizione di un vero e proprio
percorso che si snoderà dalla fornace, costeggerà il manufatto romano e
terminerà vicino il tratto di strada lastricato. Pannelli espositivi,
panchine ed aiuole faranno si che il parco archeologico sarà non solo
area di fruizione culturale, ma anche verde pubblico per i cittadini
residente nell'area vicina. I lavori hanno visto la continua e fattiva
collaborazione dell'ispettrice di zona della Soprintendenza, la dott.sa
Ruggi D'Aragona e della Soprintendente, la dott.sa Nava.
Il Parco Archeologico nasce a poche centinaia di metri dagli
importanti ritrovamenti relativi alla Antica Via Appia e all'area delle
tabernae a ridosso del Cimitero Comunale, sottolineandone una continuità
non solo storica ma soprattutto progettuale. Tra non molto dovranno,
infatti, partire anche i lavori relativi all'area dell'Appia Antica,
oggetto di finanziamento europeo da parte del PIT "Litorale Domitio" che
vedrà la creazione di un percorso sentiero eco-compatibile per poter
visitare da vicino le strutture rinvenute. Il Progetto dell'Appia Antica
prevede, inoltre, la creazione di un sentiero attrezzato per poter
raggiungere il pianoro di Rocca Montis Draconis, consentendone un più
agevole accesso. "Il parco archeologico "La
Starza" è un ulteriore passo concreto di una politica di valorizzazione
dei Beni Culturali che questa Amministrazione sta perseguendo da anni"
afferma il Sindaco Ugo Alfredo Conte "Stiamo finanziando due importanti
campagne di scavo, che hanno visto Mondragone protagonista alla LX
Riunione Scientifica indetta dall'Istituto Italiano di Presitoria e
Protostoria a Roma, stiamo ristrutturando la sala grande del Museo che
ospiterà la Venere di Sinuessa, abbiamo veicolato i fondi europei sull'Appia
Antica e su Rocca Montis Draconis, a breve presenteremo il volume,
curato dal prof. Piperno, sui risultati di scavo della grotta
preistorica di Roccia San Sebastiano: il Parco archeologico "La Starza"
è, quindi, solo un ulteriore tassello di un progetto più ampio e più
ambizioso."
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Procedono da diversi anni le
campagne di scavo
preistorico in località Roccia San Sebastiano, finanziata
dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Mondragone e condotta dal
prof. Marcello Piperno dell'Università "La Sapienza" di Roma in
collaborazione con la Soprintendenza archeologica di Napoli e Caserta. I
primi risultati delle ricerche condotte dal prof. Marcello Piperno, che
illustrano la Preistoria a Mondragone, sono stati riassunti in una agile
pubblicazione dal titolo "I cacciatori di cavalli di Roccia San
Sebastiano", disponibile presso il il Museo Civico Archeologico.
I
risultati finora raggiunti dagli scavi e dagli studi in corso sono stati
presentati nel maggio 2006 in occasione di una Tavola rotonda
organizzata all’Università di Roma “La Sapienza” e sono stati esposti
nell’ambito del XV Congresso dell’Unione Internazionale delle Scienze
Preistoriche e Protostoriche che si è appena concluso a Lisbona.
"Le ricerche del prof. Marcello Piperno" afferma l'assessore alla
Cultura Giovanni Schiappa "ci stanno consentendo di avere una idea
chiara e precisa di cosa sia stata la Preistoria a Mondragone. L'aver
pubblicato i primi risultati in un testo ricco di immagini e dal
linguaggio semplice, consente a tutti, come è giusto che sia quando
vengono impiegate risorse pubbliche, di aver immediata conoscenza di
quanto sta avvenendo in località Roccia San Sebastiano. Sono lieto di
anticipare che i lavori appena ultimati alla nuova sala della Preistoria
presso il Museo Civico, consentirà di poter esporre un numero molto
elevato di nuovi reperti".
Lo scavo del deposito rinvenuto in Roccia San Sebastiano ha permesso di
approfondire l’esplorazione dei livelli riferibili ad una fase antica
del Paleolitico superiore, nota col nome di Gravettiano, fase nota
finora in poche altre grotte della Penisola, che a Mondragone appare
rappresentata, su uno spessore di oltre un metro di deposito, da una
quantità straordinariamente abbondante di industria litica e di resti di
fauna, tra i quali predominano gli equidi. La datazione, effettuata su
ossa combuste nel Laboratorio C14 del Prof. Gilberto Calderoni del
Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Roma “La
Sapienza”, indica una data compresa tra 23.660 e 22.770 dal presente.

Altrettanto importante è stato il rinvenimento di un molare umano,
proveniente dal livello più antico finora raggiunto, che si aggiunge ai
resti frammentari di una sepoltura di un bambino di età compresa tra 8 e
10 anni, purtroppo non più in posto (ulna sinistra, tre falangi, tibia
destra, un frammento di femore destro ed un frammento di vertebra
lombare), recuperati nel corso della precedente campagna. Rilevamenti
Georadar e carotaggi effettuati nel 2005 hanno permesso di accertare che
l’effettiva consistenza del deposito preistorico supera i tre metri di
spessore.
"La campagna di scavo che si condurrà nel corso del mese di settembre
2006" commenta il prof. Marcello Piperno "sarà rivolta soprattutto alla
rimozione del deposito rimaneggiato, allo scopo di mettere in luce la
maggior parte della cavità. Lo studio dei materiali effettuato nel corso
del 2005 ha permesso di confermare la presenza, fuori strato, di almeno
tre manufatti certamente di tipologia musteriana. Uno dei principali
obiettivi della campagna di scavo 2006 sarà pertanto anche quello di
confermare o meno l’effettiva esistenza di un deposito musteriano alla
base del riempimento della Grotta, che attesterebbe la prima
frequentazione del territorio di Mondragone ad oltre 50.000 anni fa.
Sono infine in corso di stampa, nel prossimo numero della Rivista di
Scienze Preistoriche, due articoli dedicati agli aspetti più generali
(ambiente, fauna, industria litca) di Roccia san Sebastiano, e alla
tecnologia litica dei livelli gravettiani."
"L'idea che a Mondragone" afferma il Sindaco Ugo Alfredo Conte "si possa
confermare la presenza dell'uomo fino a 50.000 anni fa, non fa che
confermare la bontà delle ricerche in corso. Siamo uno dei pochissimi
comuni in tutta Italia che finanzia campagne di scavo e i risultati di
queste ricerche sono immediatamente disponibili sia ai cittadini che ai
nostri numerosi studenti, attraverso l'esposizione dei reperti e la
pubblicazione dei primi risultati, consentendo una conoscenza del
proprio territorio scientificamente esatta. Voglio invitare, all'inizio
dell'anno scolastico, tutti i docenti di Mondragone a prevedere delle
lezioni direttamente presso il Museo, così da poter vedere in presa
diretta quanto si sta scoprendo a Mondragone".
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Anche quest'anno il prof. Marcello Piperno ha
ripreso lo scavo della grotta preistorica sita in località Roccia San
Sebastiano ampliando la porzione di paleosuolo rinvenuto nel 2004.
L'obiettivo di quest'anno è quello di poter ampliare lo strato di
terreno calpestato materialmente dagli uomini preistorici e di
proseguire con saggi stratigrafici per individuarne la presenza di
ulteriori. La frequentazione della grotta si data al Gravettiano e si
prolunga fino alla fine del Pleistocene e migliaia sono i reperti ad
oggi identificati, di cui la metà circa dai livelli superiori
rimaneggiati. Durante le precedenti campagne di scavo sono stati
rinvenuti diversi ciottoli di arenaria e di calcare con evidenti tracce
di utilizzazione e macchie ocra. Tra questi uno in particolare presenta
evidenti tratti incisi che richiamano il profilo di un corno di bovide.
Sono stati, poi, rinvenuti, anche alcuni oggetti di ornamento costituiti
da una conchiglia di Cyclope forata e da un canino atrofico di cervo con
foro di sospensione. Oggetto di difficile interpretazione è invece un
frammento cilindrico di dialisi di osso che presenta sulla superficie
una decorazione ottenuta con tratti orizzontali e incisioni verticali.
"Lo scavo della Grotta di Roccia San Sebastiano"
afferma il professore Marcello Piperno "diventa di anno in anno sempre
più entusiasmante in termini di reperti rinvenuti e dimensioni della
grotta stessa. Sicuramente per poter avere una visione completa
dell'insediamento, dovremo continuare a lavorare ancora per anni, data
la ricchezza del giacimento, ma ritengo che, grazie anche alla
collaborazione con il Comune di Mondragone, questo lavoro potrà essere
svolto con grande serenità". Parte della campagna di scavo è stata
rivolta all'asportazione del deposito rimaneggiato che ostruisce la
cavità. Lo scavo del deposito in posto ha invece permesso di
approfondire l'esplorazione dei livelli riferibili ad una fase antica
del Paleolitico superiore, nota col nome di Gravettiano. Si tratta di
una fase nota finora in poche altre grotte della Penisola, che a Roccia
San Sebastiano appare rappresentata, su uno spessore di oltre un metro
di deposito, da una quantità straordinariamente abbondante di industria
litica e di resti di fauna, tra i quali predominano gli equidi.
La grande novità della quinta campagna di scavi è rappresentata dalla
datazione assoluta della porzione superiore del deposito Gravettiano. La
datazione, finanziata dal Comune ed effettuata su
ossa combuste nel Laboratorio C14 del Prof. Gilberto Calderoni del
Dipartimento di Scienze della Terra dell'Università di Roma "La
Sapienza", indica una data compresa tra 23.660 e 22.770 dal presente.
"Siamo felici dei risultati ottenuti dalla datazione al C14" afferma
l'assessore alla Cultura Giovanni Schiappa "questo dato conferma
l'importanza del sito di Roccia San Sebastiano all'interno del panorama
delle grotte conosciute nell'intera Italia, non solo per la datazione
assoluta ma per l'enorme quantità di reperti rinvenuti". Nel sondaggio
stratigrafico effettuato nel corso della campagna 2005, esteso solo 2
mq, sono state recuperate diverse migliaia di manufatti litici che
confermano l'ipotesi che la grotta abbia rappresentato un importante
sito di abitato di lunga durata e a carattere permanente. Tra i
materiali rinvenuti, particolare importanza presentano alcune ossa con
incisioni organizzate in motivi geometrici e fasci di linee parallele.
Altrettanto importante è il rinvenimento di un molare umano,
proveniente dal livello più antico finora raggiunto, che si aggiunge ai resti frammentari di una sepoltura di un bambino di età compresa tra 8 e 10 anni, purtroppo non più in posto (ulna sinistra, tre falangi, tibia destra, un frammento di femore destro ed un frammento di vertebra lombare), recuperati nel corso della precedente campagna e attualmente
in corso di studio. Nel corso della campagna di scavo sono stati
effettuati rilevamenti Georadar e carotaggi, i cui risultati, in corso di elaborazione, permetteranno di accertare in modo più preciso
l'effettiva consistenza del deposito preistorico e la sua eventuale
stratificazione culturale.
"Valorizzare la grotta di San Sebastiano a fini didattici, anche con
gli scavi in corso, diventa a questo punto una priorità importante"
ricorda il Sindaco dottor Ugo Alfredo Conte "Da diversi anni abbiamo ritenuto fondamentale finanziare gli scavi in corso, non solo per la conoscenza scientifica del periodo preistorico a Mondragone, ma anche per rendere fruibile al pubblico questo importante Bene Culturale."
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Articolo preliminare sul Notiziario della
Rivista di Scienze Preistoriche
Cliccando qui puoi scaricare un articolo di
C. Collina, R. Callotti, M. Pennacchioni e M. Piperno sugli scavi nella
Grotta di Roccia San Sebastiano in formato pdf (Adobe Acrobat). Il file
misura 124 kb. |
LE FOTO DELLO SCAVO DI ROCCIA SAN SEBASTIANO
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LO SCAVO ARCHEOLOGICO DI ROCCA MONTIS DRACONIS
Si è svolta a settembre la quinta campagna di
scavo presso la Rocca Montis Dragonis, l’insediamento fortificato di età
medievale che sovrasta l'attuale abitato di Mondragone, in provincia di
Caserta. L’indagine archeologica, condotta in collaborazione con la
Dott.ssa Graziella Ruggi d’Aragona, responsabile per il territorio della
Soprintendenza per i Beni Archeologici delle Province di Napoli e
Caserta, è diretta dal Dott. Luigi Crimaco, Direttore del Museo Civico
Archeologico della Città di Mondragone e dalla Dott.ssa Francesca
Sogliani, ricercatrice CNR-IBAM e docente di Archeologia Medievale
dell’Università della Basilicata. Lo scavo ha visto come di consueto la
partecipazione attiva di studenti, laureati e specializzandi in
archeologia di diversi Atenei italiani. “Le indagini archeologiche sono
sostenute anche quest’anno dal Comune di Mondragone, senza la cui
attenzione e sensibilità nei riguardi del patrimonio culturale cittadino
l’importante iniziativa non avrebbe potuto continuare in questi anni”
ricorda il dott. Luigi Crimaco. L'insieme architettonico, attestato
nella documentazione scritta dagli inizi del XII secolo, costituisce un
nucleo insediativo fortificato di notevole interesse e di particolare
rilievo rispetto alle caratteristiche di occupazione del territorio in
età medievale, così da configurarsi come un esempio paradigmatico del
fenomeno dell’incastellamento in questa regione. “Siamo di fronte ad un
archivio monumentale vivente della memoria medievale dell’alta Campania”
afferma l’assessore alla Cultura Giovanni Schiappa “ e l’impegno
dell’Amministrazione Comunale sarà costante e continuo per permettere
una indagine sistematica i cui risultati, mi auguro, siano a breve
riassunti in una pubblicazione”.
La campagna di scavo di quest’anno ha avuto come obbiettivo l’ampliamento
delle zone indagate nelle campagne precedenti e cioè il pianoro sommitale, che costituisce il ridotto fortificato originario dell'intero
complesso, delimitato da una prima cinta muraria ad andamento fusiforme,
ed alcuni edifici del villaggio che si estende ai piedi del primo
recinto, occupando il versante occidentale dell’altura, anch’esso a sua
volta racchiuso entro una estesa cinta muraria. A ridosso dell’area
pavimentata con un massetto di malta lisciata in superficie, relativa ad
uno spazio comune aperto funzionale forse alla raccolta e al controllo
delle derrate agricole raccolte a valle dai contadini, centrale a tutta
l'area sommitale, si intende completare lo scavo degli ambienti occupati
dalla grande fornace basso medievale per il vetro rinvenuta l’anno
scorso, per comprendere appieno l’articolazione degli edifici ubicati
all’interno della prima cinta fortificata. Le strutture rinvenute
risultano al momento frequentate fin dall’età federiciana e abbandonate
nella seconda metà del XV secolo, come attestano i rinvenimenti ceramici
e metallici, assieme a numerose monete databili tra il XIII e la fine
del XV secolo. Nel villaggio sottostante si completerà lo scavo della
necropoli all’interno e all’esterno della chiesa a navata unica
monoabsidata, ubicata al margine occidentale del borgo, già iniziato nel
2001. Al momento sono state messe in luce una quarantina di sepolture
all’interno della navata, relative ad individui adulti e a bambini
appartenenti probabilmente a nuclei familiari distinti. All’esterno
dell’edificio religioso è stata scoperta la strada di accesso che
metteva in comunicazione la chiesa ed i suoi annessi con il resto
dell’abitato ed è stato così possibile integrare i dati relativi alla
viabilità interna dell’insediamento fortificato. Oggetto di particolare
interesse quest’anno saranno gli edifici che sono stati individuati
all’esterno dell’abside della chiesa già nella scorsa campagna, il cui
scavo chiarirà meglio la sistemazione dell’area e le trasformazioni
della viabilità di collegamento tra la chiesa ed il grande torrione
esagonale di età federiciana. “Il Comune di Mondragone continua e
persiste sulla via della valorizzazione dei propri Beni Archeologici”
afferma il Sindaco Ugo Alfredo Conte “sia nell’ottica di salvaguardare
la propria memoria collettiva sia perché i Beni Culturali sono gli unici
grandi attrattori che offrono prospettive turistiche di sicuro successo. |
LE FOTO DELLO SCAVO DI ROCCA MONTIS DRAGONIS
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LA
RISTAMPA DEL LIBRO "SINUESSA" DI ANTONIO SEMENTINI
L’amministrazione comunale di Mondragone, su iniziativa dell’Assessorato
alla Cultura, ha ristampato il testo “Sinuessa” dello storico Antonio
Sementini. La presentazione del volume nella sua nuova veste grafica
avverrà sabato 30 settembre, con inizio alle ore 19.00, presso la sala
conferenze “Mario Pacifico” del Museo Civico Archeologico “Biagio
Greco”.
Nell’occasione sarà data comunicazione ufficiale dell’intitolazione
della Mediateca Comunale alla memoria di Antonio Sementini, eminente
figura di studioso della storia locale. Un’intitolazione doverosa e
molto attesa dalla città tutta.
Alla presentazione del testo interverranno l’assessore alla Cultura
Giovanni Schiappa, il sindaco Ugo Alfredo Conte, l’onorevole Mario
Landolfi, neo eletto Presidente della Commissione di Vigilanza RAI. La
presentazione del testo sarà curata dalla nipote dell’autore, Ione
Lepore Vettese, l’inquadramento storiografico dal direttore del Museo
Civico, Luigi Crimaco e dal vice-presidente della Società di Storia
Patria di Terra di Lavoro, Alberto Zaza d’Aulisio.
“Dopo la ristampa del testo “Storia di Mondragone” di
Biagio Greco e la contemporanea intitolazione del Museo, ho ritenuto
opportuno continuare sulla strada intrapresa con la ristampa di
“Sinuessa” di Antonio Sementini e l’intitolazione della Mediateca
Comunale allo stesso.” Afferma l’assessore alla Cultura Giovanni
Schiappa “In tal modo non solo rendiamo il dovuto omaggio a nostri
concittadini che con i loro studi hanno dato lustro a l’intera Città, ma
consentiamo che la loro memoria rimanga viva nelle nuove generazioni. La
nostra comunità trova nel Museo Civico e nella Mediateca due strutture
culturali vive ed operative, che sapranno trasmettere i valori
universali della Cultura con continuità e dedizione”.
Antonio Sementini nasce a Mondragone il 06/02/1911 da
Clotilde Cardella e da Michele Sementini. Ultimo di sette figli,
frequentò il Liceo Classico di Sessa Aurunca e, una volta conseguito il
Diploma di Maturità, si iscrisse alla Facoltà di Lettere dell’Università
degli Studi di Napoli, dove si laureò con ottimi voti. Coltivò la sua
grande passione che era il volo e, per questo, riuscì a superare gli
esami che gli consentirono di ottenere il brevetto di pilota presso la
Scuola Allievi Piloti di Capua. Qui, per le sua profonda cultura e le
grandi doti di umanità, si guadagnò la stima degli Ufficiali superiori e
dei funzionari civili che si adoperarono per fargli ottenere la nomina
di insegnante di Diritto Aeronautico, Storia della Navigazione,
Geografia Astronautica e Meteorologia. Successivamente si dedicò
all’insegnamento delle materie umanistiche ed esercitò il suo magistero
dapprima in alcune sedi lontane e disagiate e poi, una volta ottenuto il
trasferimento, presso la Scuola Media di Mondragone. Tornato a casa,
cominciò a coltivare la sua antica passione per la storia patria e vi si
dedicò con tanto amore che sentì il bisogno di raccogliere e pubblicare
le sue ricerche nel primo importante studio dal titolo “Sinuessa –
Ricognizioni Archeologiche lungo l’Appia e la Domiziana”. Il lavoro,
diviso in sette capitoli per comodità di lettura, tratta dell’espansione
dei Romani verso il Sud e della vita romano – campana dal 296 a.C. al
915 d.C. nella nostra contrada, avvalendosi di fonti “sicure e
preziose”, suffragate spesso da una buona critica storico – archeologica
nonché dai sopralluoghi che lo stesso autore era solito fare nei siti
citati. Precedentemente, per sintetizzare il frutto di queste sue
ricerche, aveva curato separatamente la pubblicazione di due lavori, ad
uso degli studenti e dei colleghi, dal titolo “Mondragone nel tempo” e
“Mondragone nei lineamenti di geografia fisica, economica ed antropica”.
Subito dopo Sementini pubblicò “Origine ipotetica del nome di Roma” e
scrisse il volume, dedicato al padre, “Memorie sul culto di Maria S.S.
Incaldana” con il sottotitolo “Saggio ricostruttivo dalle origini”.
Quest’ultimo tratta del ritrovamento della sacra immagine nella
Chiesetta del Belvedere, della sua traslazione a Mondragone, dei
miracoli e della trasformazione della Chiesa del Vescovado in Santuario.
L’opera, che fu pubblicata postuma per volontà del fratello Alfonso, non
è un’opera devozionale, ma si presenta con una seria impostazione
critica e si fa apprezzare perché offre notevoli spunti per ulteriori
ricerche. A soli cinquantotto anni, minato nel fisico dalla malattia,
morì il 13 febbraio 1969.
La ristampa del testo “Sinuessa” di Antonio Sementini
potrà essere acquistato direttamente presso il Museo Civico
Archeologico, al costo di 7 euro, a titolo di contributo spese. Sono
disponibili anche i testi “Storia di Mondragone” di Biagio Greco
(contributo spese di 10 euro) e “I Cacciatori di cavalli di Roccia San
Sebastiano” del professore Marcello Piperno in relazione ai primi
risultati delle campagne di scavo preistoriche in località Roccia San
Sebastiano (contributo spese di 5 euro). |
Le campagne di scavo archeologico sono state
finanziate dall'Amministrazione Comunale di Mondragone (Assessorato alla
Cultura) in collaborazione con la Soprintendenza Archeologica di Napoli
e Caserta.
I reperti rinvenuti nelle campagne di scavo
possono essere visitati presso le sale del Museo Civico Archeologico
"Biagio Greco", aperto dal martedì al sabato o
su prenotazione.
Per informazioni:
http://museo.mondragone.net
A richiesta, presso la Sala conferenze del
Museo, è possibile visionare il documentario "Da Sinuessa a Rocca Montis
Dragonis" prodotto da Arianna De Gregorio ed incentrato proprio sulle
recenti indagini archeologiche. Il documentario è stato presentato fuori
concorso in occasione dell'Archeodoc Festival di Pompei. |
Si ringrazia il dott. Francesco Nazzaro del Museo
Civico di Mondragone (Ce) per i testi e le foto riportate in questa
pagina. |
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