Il tratto di mura in piazza Bellini è stato portato alla luce nel 1954 a
seguito di lavori per l'installazione di una cabina elettrica. Nel 1984,
poi, nuovi lavori nella piazza hanno portato alla luce un'altra porzione
di fortificazione, oggi reinterrata. Queste mura sono state di recente
datate IV secolo a.C. a prova del potenziamento dell'insediamento urbano
di Neapolis che si rendeva necessario per una migliore difesa da
possibili attacchi delle popolazioni sannitiche dell'entroterra. Lo
scavo si sviluppa a cielo aperto per una lunghezza di circa dieci metri,
ad una profondità di circa tre dall'attuale livello stradale. La
conformazione del terreno in questa zona è stata profondamente
modificata: nel IV secolo il piano antico era sottoposto di circa dieci
metri rispetto a quello attuale, e questo tratto di mura correva lungo
il ciglio di una collina, ora completamente spianata, e alla sommità di
un vallone, oggi colmato e coincidente con l'asse via S. Maria di
Costantinopoli - via S.
Sebastiano. La fortificazione era costituita da due cortine di blocchi
di tufo, una in ortostati l'altra in assise piane, poste ad una distanza
di circa due metri e mezzo, e presentava briglie di collegamento tra
esse e tra quella interna e il declivio della retrostante collina. La
cortina esterna presenta poi una struttura sporgente, nella parte
meridionale, che fa ipotizzare una deviazione della cerchia muraria,
forse corrispondente ad una porta (Porta Domini Ursitate, nel medioevo
Porta Donnorso) in prossimità della zona compresa tra il monastero di S.
Pietro a Majella e Port'Alba. L'appartenenza di questo tratto di
fortificazione alla fase di IV secolo sembra essere stata confermata da
nuove indagini sulla base della datazione dei materiali rinvenuti. Le
differenti tecniche costruttive delle due cortine fanno tuttavia
ritenere ad alcuni studiosi che ci si trovi di fronte ad una fase di V
secolo a.C. rafforzata nel corso della seconda metà del IV secolo
Foto di Dante Caporali |