Nel 2001 l’Università di Tokyo ha varato, grazie alla concessione della
Soprintendenza ai Beni Archeologici di Napoli, un progetto interdisciplinare di
6 anni (scadenza 2006). Oggetto della ricerca è l’are della cosiddetta Villa di
Augusto, situata nella località di Starza della Regina, nel Comune di Somma
Vesuviana.
Il sito archeologico si trova alle pendici del Monte Somma, sul versante
settentrionale del Vesuvio, in un’area più volte soggetta ai danni provocati dalle
ripetute eruzioni vulcaniche; una zona dove comunque la successione degli eventi
naturali e delle vicissitudini umane ha avuto un impatto secondario, rispetto a
quanto verificatosi nella zona costiera, dove scavi e ricerche archeologiche
furono iniziate precedentemente, a partire dalla prima decade del 18° secolo.
I primi saggi presso Starza della Regina furono intrapresi negli anni ’30
del 20° secolo, dopo la fortuita scoperta nel corso di alcuni lavori agricoli di
un muro di notevoli dimensioni che immediatamente fecero pensare alla presenza
di un complesso architettonico di una certa importanza. Gli scavi, eseguiti dal
1934 al 1936 da Matteo Della Corte sotto la supervisione di Amedeo Maturi,
portarono alla luce i resti di un edificio monumentale.
L’edificio si era conservato sino all’altezza massima di 9 metri e fu distrutto,
secondo le ipotesi degli stessi archeologi, “dal fango conseguente all’eruzione
del 79 DC”, quando i lavori di restauro susseguenti al terremoto del 62 erano
sempre in corso.
Fra le vestigia allora scoperte, la più maestosa era la “colonnata con archi e
pilastri” orientata da est ad ovest e di una lunghezza approssimata di 12 metri;
essa era collegata perpendicolarmente ad un “muro di mattoni” decorato con tre
nicchie. Inoltre furono scoperti “colonne e capitelli di marmo, pavimenti in
mosaico, splendidi frammenti di statue raffiguranti persone con sontuose vesti,
(…) stucchi policromi di muri e lacunari.
Nonostante le investigazioni allora eseguite fossero limitate
(approssimativamente 70 metri quadrati), i caratteri monumentali delle
costruzioni riportate alla luce e la loro collocazione furono ritenuti elementi
sufficienti per identificare il complesso quale la residenza nella quale
l’imperatore Augusto trascorse gli ultimi giorni della sua vita, già più volte
citata dalle fonti letterarie (Suet. Aug. 98; 100; Tib. 40 Tac., Ann., I, 5;I,
9; IV, 57) e situata apud Nolam...
Da allora ogni anno è stata eseguita una nuova campagna di scavo
che lentamente sta riportando alla luce l'intero complesso, di grande ricchezza
come testimoniano anche le foto.
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Foto di Ettore Di Caterina |