Il GRUPPO ARCHEOLOGICO NAPOLETANO nasce nel 1971 ad opera di tre giovani studenti del Liceo Mercalli di Napoli: Nazarena Barni, Salvatore Mattozzi, Rodolfo Vitaglione. Sono anni in cui, nonostante stia prendendo piede la cultura del cosiddetto “impegno sociale”, termini come volontariato, fruizione e tutela, sono ancora concetti astratti e la gestione pressoché privatistica del bene culturale da parte degli addetti ai lavori, frappone uno steccato insormontabile tra i cittadini e le opere d’arte. Consapevoli di questa situazione i tre definiscono in una prima bozza di statuto le finalità dell’associazione: “…lo scopo è quello di dare inizio ad una politica innovatrice tendente ad avvicinare i più larghi strati di opinione pubblica alla conoscenza delle testimonianze del passato, per ottenere una partecipazione attiva dei cittadini ai problemi di tutela e valorizzazione del nostro patrimonio storico culturale”.
Le attività del periodo iniziale furono soprattutto di ricerca. Dalla collaborazione con la Soprintendenza Archeologica nacque la prima carta archeologica di un territorio campano: quella dedicata a Quarto Flegreo. Grazie a tanti sopralluoghi ed a ricerche di archivio, furono censiti centinaia di strutture archeologiche che vennero schedate, fotografate, rilevate e spesso ripulite. Tutto il materiale venne poi pubblicato in un volume dal titolo “Quarto Flegreo. Materiali per lo studio storico-archeologico dei Campi Flegrei”. Accanto a questo lavoro, vennero realizzate diverse altre ricerche soprattutto nel territorio flegreo ed in particolare sul Monte Sant’Angelo alla Corvara dove il G.A.N. denunciò il saccheggio che si stava perpetrando ai danni dell’archeologia e della natura. Numerose furono anche le iniziative dimostrative come la pulizia delle mura greco-romane di Piazza Bellini, tenute in condizioni di estremo degrado.
A questo periodo risale anche il ritrovamento di uno dei più importanti reperti rinvenuti: si trattava di parte di una ciotola carenata incisa risalente all’età del Bronzo. Il rinvenimento avvenne durante una ricognizione straordinaria nei pressi dell’Eremo di Santa Maria di Pietraspaccata in località Faragnano a Marano. In occasione del terremoto del Friuli del 1976 alcuni soci del G.A.N. furono in prima linea nel recarsi nelle zone colpite dal sisma a mettere in salvo opere d’arte. Fu invece un altro terremoto, quello irpino del 1980 a creare un momento di disorientamento nell’associazione: gli ingenti danni al nostro territorio ed i tanti problemi conseguenti alla ricostruzione, portarono ad una sospensione delle attività per qualche tempo. Dopo alcuni anni di attività ridotte, nel 1990 il Gruppo ricominciò sotto la guida di Salvatore Mattozzi la sua intensa attività di ricerca. Viene anche ripresa l’attività di denuncia per Monte Sant’Angelo alla Corvara sul quale i palazzinari continuano ad avere la meglio.
E’ della metà degli anni 90 la realizzazione di una puntuale carta archeologica dell’area dei Camaldoli e di quelle che scendono verso Chiaiano (selva della Contessa-Cinquecercole) e verso Quarto (selva di Faragnano-Salandra), nonché dell’aggiornamento della carta di Monte Sant’Angelo alla Corvara. Grazie all’attività del Gruppo, condotta in stretta collaborazione con la Soprintendenza Archeologica di Napoli, vennero individuate centinaia di strutture archeologiche fra cui resti di ville dell’epoca romana con tracce di mosaici ed affreschi, necropoli e mausolei. Nel frattempo cominciano ad avere grosso sviluppo le attività didattiche con conferenze, seminari e corsi tra cui quelli introduttivi al mondo dell’archeologia (“Tra passato e remoto”). Grazie ai soci del G.A.N. tantissimi siti archeologici diventano fruibili ai cittadini, spesso in occasione di manifestazioni culturali di grossa importanza. E’ il caso di “Viaggio nel mito” che nel 1993 portò nei Campi Flegrei migliaia di turisti e cittadini per visitare le bellezze del territorio: nell’occasione il G.A.N. guidò centinaia di persone alla Necropoli romana di Via Celle a Pozzuoli, a Piscina Mirabile e Cento Camerelle a Bacoli e al foro di Cuma.
Nello stesso anno con una mostra intitolata “L’Altra Archeologia” il G.A.N. lancia ancora una volta l’allarme per le tante strutture archeologiche in condizioni di estremo degrado perchè ritenute a torto “minori” che insistono nell’area dei Campi Flegrei. Dal 1993 comincia anche la collaborazione con la Soprintendenza Archeologica di Avellino e Benevento per la ricognizione del territorio tra Sant’Agata dei Goti e Dugenta. Per l’occasione viene creato un apposito settore dell’associazione detto “Caudino” che va ad affiancarsi al settore già esistente denominato “Flegreo”. Dalla prima edizione del 1994 il G.A.N. ha sempre partecipato a “Monumenti Porte Aperte”, oggi “Maggio dei Monumenti” portando un importante contributo alla conoscenza di alcuni monumenti partenopei. Negli anni, infatti, grazie al G.A.N. sono stati resi fruibili siti come gli Scavi di San Lorenzo Maggiore (insieme a Legambiente) poi definitivamente restituiti alla cittadinanza, il complesso archeologico di Carminiello ai Mannesi (prima di allora in mano alla malavita organizzata), le terme romane di Via Terracina (fino ad allora sepolte da vegetazione ed incuria).
Memorabili le oltre diecimila presenze che nel 1994 affollarono Carminiello ai Mannesi o le centinaia di persone che durante il maggio del 1998 sciamarono di notte nel centro storico alla scoperta delle tracce romane guidati dai nostri volontari. Ma anche su monumenti minori il contributo dell’associazione è stato spesso risolutivo come nel caso dei mausolei funerari di Pianura o di Torre San Domenico a Soccavo. Da pochi anni è ancora il G.A.N. a far conoscere alla cittadinanza ed ai turisti la domus romana sotto l’Archivio del Banco di Napoli a Via Tribunali. E spesso in questi siti non è mancata l’organizzazione di mostre didattiche per approfondire alcuni aspetti della vita quotidiana degli antichi come ad esempio l’evoluzione della domus romana o il mondo dei profumi e delle essenze in epoca romana.
Dal 1998 muove i propri passi anche un nuovo settore di ricerca del G.A.N. dedicato alle periferie napoletane. Si inizia con lo studio di Soccavo che porterà alla pubblicazione di un libro dedicato alla storia e ad alcune emergenze architettoniche del quartiere. Negli anni lo studio continua e si estende anche a Pianura, altro antico casale napoletano. Gli studi sono tuttora in corso. Sul finire degli anni ’90 il G.A.N. riceve in affidamento lo scavo di due mausolei funerari ubicati nei pressi di Licola (comune di Giugliano). Le campagne di scavo, condotte dai soci dell’associazione in più riprese sotto la supervisione di archeologi, hanno finora messo in luce buona parte dei due mausolei che altrimenti avrebbero rischiato la distruzione.
Nel maggio del 2000 il Gruppo Archeologico Napoletano approda su internet con un sito che diventa un vero e proprio portale dell’archeologia e non solo in Campania: Archemail, questo il suo nome, con i notiziari continuamente aggiornati e con l’indicazione di tantissime attività che si svolgono nella regione, è diventato un vero e proprio punto di riferimento non solo per appassionati, ma anche per i mass-media e per gli enti istituzionali che utilizzano il portale per comunicare le proprie attività. In oltre cinque anni gli iscritti alla newsletter periodica sono diventati circa 1200 e i contatti giornalieri sfiorano le 1000 presenze. Tanto che nel frattempo l’associazione crea un nuovo sito internet specificamente dedicato ad essa.
Negli ultimi anni, il G.A.N. ha continuato la sua opera di valorizzazione dei monumenti, soprattutto quelli meno conosciuti. Nel 2008 il G.A.N. ha deciso di non partecipare più al Maggio dei Monumenti in quanto si è ritenuto che la città avesse bisogno non di un’iniziativa meramente turistica e concentrata solo nelle zone del centro, ma di una riappropriazione di un senso di appartenenza alla città, anche attraverso i suoi monumenti, senza discriminazioni tra centro e periferia.
Dal 1971 sono passati ormai più di 50 anni e il GRUPPO ARCHEOLOGICO NAPOLETANO continua ancora a perseguire gli stessi obiettivi: tutela e valorizzazione del patrimonio storico-archeologico della città e delle periferie. Naturalmente abbiamo continuato a collaborare con le istituzioni per garantire la fruizione di aree archeologiche poco note e precluse a cittadini e turisti. In quest’ottica rientra il progetto DomusAccessibile, nato nel 2010 grazie ad un finanziamento del CSV Napoli, dedicato alle strutture di una domus romana rinvenuta negli scantinati della sede dell’Istituto Banco di Napoli Fondazione. Dal 2012, inoltre, abbiamo intensificato le nostre iniziative di ripulitura ed apertura al pubblico di aree archeologiche, come le Terme di Agnano, la villa romana di Marianella, la villa romana di Ponticelli e le terme di via Terracina. Per ognuno di questi siti si è affiancata un’attività di recupero ad una di apertura al pubblico, secondo un calendario che, al momento, vede l’associazione impegnata in visite guidate mensili presso le terme di Via Terracina.
Negli ultimi anni, infine, le attività hanno visto il sempre maggiore coinvolgimento delle scuole, che ci affiancano nelle azioni di recupero e valorizzazione.
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