15 giugno 1971 - 15 giugno 2021

Correva l’anno 1971.

Non ricordiamo il giorno, non ricordiamo il mese. Ricordiamo i volti.

I volti dei “Ragazzi di via d’Isernia”.

Giovani napoletani, studenti del liceo scientifico Mercalli ai quali si deve la magnifica intuizione, o come si sarebbe detto all’epoca, la “genialata”.

Inclini alla lettura di Virgilio, Tacito, Strabone & company, appassionati di arte, storia, ma soprattutto di archeologia, questi ragazzotti sono i componenti del primo nucleo del GAN, acronimo che sta per Gruppo Archeologico Napoletano.

Costituiscono il nocciolo fondante di un’associazione che negli anni a seguire avrebbe fatto della tutela monumentale e della relativa divulgazione il suo fiore all’occhiello.

Al promotore Mattozzi, ed ai cofondatori Barni e Vitaglione, si unirono non solo compagni della stessa classe, ma anche fuoriusciti da altre sezioni del Mercalli, tutti comunque fratelli minori di quei “sessantottini” all’epoca tanto amati quanto vituperati.

Quelli volevano fare la rivoluzione, questi “salvare” i monumenti. Visioni alternative, ma non divergenti dallo spirito di quel tempo.

E mentre tutti in quel liceo, alla fine di un anno di studio, pensavano già ai tuffi in mare, questi giovanotti si riunivano la domenica per girozolare intorno al perimetro della città, in quel tempo “frontiera” non ancora ipercementificata.

Boschi e campagne erano il loro terreno di ricerca e chiamavano questo girovagare “andar per ruderi”.

Fotografavano, rilevavano, documentavano con precise descrizioni reperti antichi sparsi nel territorio.

Una bellissima esperienza, in cui si fondeva storia ed avventura.

E’ certo che alcuni provenivano da gruppi scout.

E’ certo che alcuni già militavano in giovanissime associazioni ambientaliste.

Ma Indiana Jones sarebbe nato solo 10 anni dopo!

Presto i ragazzi intuirono che questo lavoro, nato così quasi per gioco, poteva essere fondamentale per la conoscenza del territorio.

Nascosti da fitta vegetazione, inglobati in casali antichi o costruzioni moderne, resti edilizi di ville, magazzini, cisterne, opere idrauliche, edifici funerari, si svelavano meravigliosamente e con incredibile continuità ai loro occhi stupiti.

Ci si rese conto che queste antiche strutture, pur essendo meno rilevanti sul piano architettonico rispetto ai monumenti maggiori, rivestivano pari importanza sul piano storico poiché restituivano quel tessuto territoriale, rurale, urbano che ha consentito nell’antichità, lo sviluppo dell’area soprattutto in età romana.

I ragazzi scoprirono che questi siti erano incredibilmente sconosciuti e per questo, più degli altri, sottoposti alle angherie degli uomini e del tempo.

Bisognava far qualcosa per salvarli, rendere nota a tutti la presenza di questi tesori

Si capì che il lavoro si prospettava lungo ed impegnativo e sarebbe risultato arduo proseguire la ricerca in pochi.

Occorreva coinvolgere altri appassionati ed ufficializzare la nascita dell’associazione ormai già costituita con il suo statuto ed il suo programma.

Così, nei primi giorni del giugno di quel 1971, questi signori inviavano una formale richiesta di incontro, controfirmata da una delle professoresse del corso, all’allora Soprintendente alle Antichità delle Province di Napoli e Caserta, prof. Alfonso De Franciscis.

Nella missiva i ragazzi annunciavano la nascita dell’associazione, presentavano un primo programma di iniziative atte a divulgare la conoscenza del patrimonio storico, archeologico, paesaggistico extra urbano, presentavano i primi risultati delle loro “esplorazioni” sul territorio e chiedevano di collaborare a scavi e ricerche della Sovrintendenza.

La risposta del professore fu cortese ed immediata.

L’incontro avvenne tra lo stupore dei più e fu un successo.

Il professor De Franciscis diede ampia disponibilità nel sostenere il progetto e tanto per cominciare affidò ai ragazzi lo scavo di una piccola zona nell’area della palestra di Ercolano, dove già era operativo un gruppo di studenti di università europee.

Inoltre notificò agli ispettori di zona il lavoro di ricognizione avviato dal GAN nell’area flegrea chiedendo agli stessi di rendersi disponibili per qualsiasi richiesta provenisse dai ragazzi.

E così si può dire che, nelle ore antimeridiane di quel 15 giugno del 1971, il Gruppo Archeologico Napoletano emise ufficialmente il primo vagito. Un vagito gonfio di entusiasmo e di bellissime prospettive.

Ripulitura ed apertura di siti monumentali, visite guidate, ricerca archeologica sul campo per un censimento e studio delle aree monumentali dell’area flegrea e non solo, pubblicazioni, interventi di protezione civile, conferenze, dibattiti.

Da allora e per cinquant’anni questi i programmi e questi i solidi punti di forza dell’associazione.

Tutte iniziative che hanno sempre visto considerevoli ed entusiastiche partecipazioni di volontari e di pubblico.

Il resto è impegno costante affiancato, come lo è sempre stato, da una ricerca qualificata.

Molti degli ex studenti del Gruppo Archeologico Napoletano, sono in seguito divenuti archeologi professionisti, ispettori e soprintendenti, ritrovandosi poi, così, a coordinare le attività di ricerca dell’associazione e contribuendo in questo modo alla crescita culturale della stessa.

Questo primo cinquantennio di vita è segnato dallo spirito e dal lavoro dei centinaia di volontari che hanno dedicato tempo ed energia tutta volta verso un comune impegno: la tutela, la divulgazione e la salvaguardia del patrimonio artistico e monumentale dei nostri territori.

Un tesoro che appartiene a tutti, segno tangibile della nostra cultura e della nostra storia.

Oggi, quei “ragazzi di via d’Isernia” sarebbero più che soddisfatti dei risultati di quel loro giovanile impegno e questa, permetteteci di dirlo, ha proprio tutto il fascino di una bella storia.

Buon compleanno GAN e tantissimi auguri per i prossimi 50 anni!

P.S. A proposito del prof. De Franciscis… fu nel tempo così legato ai ragazzi del GAN che non seppe dir di no quando gli stessi gli proposero, alla fine degli anni ’70, la presidenza della direzione regionale dell’organizzazione che riuniva tutti gruppi archeologici della Campania, ormai numerosi. Ruolo che coprì con impegno fino a qualche anno prima della sua scomparsa nel febbraio 1989.

Salvatore Mattozzi
Presidente Onorario
15.06.21

1971: L'insperata risposta del Soprintendente alle Antichità di Napoli e Caserta ai "ragazzi di via d'Isernia". La missiva è datata 11 giugno '71 e l'incontro si ebbe solo quattro giorni dopo, il 15. Allora, come oggi, era un martedì...